"Save Amalja": il sito per combattere il mercato dell’adozione a distanza

par Silvia Amato
sabato 10 dicembre 2011

Nasce un sito per dare voce alla battaglia di tre bambini keniani contro la tremenda corruzione che gira intorno al mercato delle adozioni a distanza. Un giro di miliardi in cui quelli che perdono sono sempre i bambini poveri che solo rimanendo poveri possono alimentare il mercato.

Tre bambini kenioti, Amani, Alfred e Jackson, erano riusciti a scappare dall'orfanotrofio in cui, nonostante avessero svariati "sponsor" venivano fatti lavorare, picchiati e spesso non mandati a scuola. Un anno fa erano riusciti a raggiungere le persone che gli vogliono bene, erano riusciti a rendere reale il sogno di ogni bambino keniota che vive neglio orfanotrofi: una vita normale con una famiglia, una casa, la possibilità di andare a scuola tutti i giorni, di impiegare il proprio tempo per studiare e per creare relazioni sociali.

Una vita normale per un bambino europeo, una vita assolutamente eccezionale e meravigliosa per loro che uscivano da una realtà di soprusi e di umiliazioni costanti. Dopo un anno di questa vita però tutti i sogni sono svaniti in un lampo, il 2 dicembre scorso si sono presentati degli individui a prelevarli dalla pasticceria della famiglia che li aveva accolti per rispedirli indietro nei loro peggiori incubi.

Per difenderli, per non voltare lo sguardo, i loro amici hanno aperto un sito internet e una pagina facebook che denuncia come il mercato delle adozioni a distanza sia gestito in maniera indegna dell'attività che si dovrebbe prefiggere di svolgere.

Mazzette, corruzione, concussioni varie, un mercato vero e proprio che ha al centro la povertà e l'umiliazione dei bambini che non possono che rimanere poveri in quanto solo così fanno pena ai tutisti accompagnati dai tour operator a visitare almeno uno o due orfanotrofi ad ogni viaggio organizzato.

Saveamalja vuole salvare Amani, Alfred e Jackson, ma vuole anche alzare il velo dell'omertà che copre una pratica ormai consolidata di sfruttamento e di prevaricazione dei più elementari diritti umani e dell'infanzia.


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