Sardegna. Ritorna Il Messaggero Sardo

par Giorgio Zintu
sabato 30 luglio 2011

Dopo molti mesi, la Regione Sardegna ha nuovamente pubblicato Il Messaggero Sardo, un periodico destinato ai sardi nel mondo, diffuso in diverse centinaia di migliaia di copie.

Il giornale dal 1969, ininterrottamente sino allo scorso anno, ha rappresentato un legame, a volte l'unico, tra l'Isola e gli emigrati che alla ricerca di lavoro avevano lasciato l'isola, fotografando i cambiamenti nella vita e nelle istituzionidella regione.

La decisione di interrompere la pubblicazione del giornale da parte del nuovo presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e dell'Assessore Francesco Manca era stata motivata da una presunta inadeguatezza del mezzo rispetto alle nuove esigenze dei lettori e da fattori economici.

Sarebbe tuttavia bastata una semplice riunione con la redazione del Messaggero Sardo per riformulare una strategia editoriale più congeniale ai tempi, ma evidentemente si trattava di una questione "politica".

Molti infatti hanno visto, in quella decisione, l'idea di liberarsi della storica redazione della Cooperativa editrice che da sempre aveva pubblicato il giornale, una redazione alquanto scomoda ma molto solida per i contenuti espressi nel corso degli anni e per ll'autorevolezza dei collaboratori.

Oggi quindi il Messaggero Sardo è edito da una nuova società, con sede a Sassari e non più a Cagliari, ed evidentemente più in sintonia con i desiderata della giunta regionale.

Ritornando a questo nuovo numero del giornale, ieri in distribuzione, si notano gli aggiornamenti nella grafica, i miglioramenti nella qualità di stampa e, per la prima volta, la pubblicità di un'azienda, la Saremar, società di navigazione partecipata dalla Regione Sardegna.

Per il resto troviamo un eccessivo peso dato alle iniziative della giunta regionale, tali da far quasi pensare più a un house organ che a un insieme di informazioni utili agli emigrati. Ad eccezione dell'articolo sul grande artista Costantino Nivola, troppi sono infatti i contenuti ridondanti, mentre poco spazio è dedicato alle eccellenze della Sardegna di cui, proprio gli emigrati, potrebbero essere i testimoni e gli ambasciatori più credibili sulla platea mondiale.

Auguri comunque per il futuro di questo giornale che potrà solo migliorare, se i politici penseranno naturalmente più agli interessi della Sardegna che a quelli di bottega.


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