Sanremo non più quello di una volta
par Sara Ferramola
venerdì 17 febbraio 2012
Diciamocelo, il festival da un po' di tempo a questa parte, non è più lo stesso.
Non più quell'avvenimento che tutti attendevano, dove le canzoni erano le migliori anche se, come tradizione vuole, le più popolari.
A Sanremo vanno più o meno sempre gli stessi cantanti. La maggior parte sono di quelli che durante il resto dell'anno godono di poca visibilità e che partecipano alla gara del festival per dire "italiani, io sono ancora vivo".
Sono sempre andati i giovani, quelli che sarebbero voluti emergere sul panorama musicale, e se un tempo il Festival era davvero un trampolino di lancio per quelli che poi sono diventati dei veri talenti, è appurato che ora la questione non è più la stessa.
Ovvio, la concorrenza: programmi come Amici, X Factor, che tentano di aprire le strade ai giovani talenti. E lo fanno sì, ma la maggior parte di questi dura poco, e anche quando si mettono in gara al Festival, non sempre e non tutti riescono a ricevere quella popolarità che vorrebbero raggiungere.
E' risaputo che la musica è cambiata, che anche lei è vittima di quelle faccende che sussistono dietro le quinte della televisione, che se per un momento il piccolo schermo riesce a darti quella visibilità che ti aspetti, altrettanto poco tempo ci mette per farti fuori.
In tutti i cambiamenti che ha subito la società, li hanno subiti anche il mondo dello spettacolo, diventato sempre di più quello che alcuni usano definire "un magna-magna".
Dov'è finita la cultura musicale di una volta? Nel cestino.
Ormai, anche Sanremo è diventato una piattaforma in cui fare critica, politica, Una piattaforma in cui quello che conta è fare satira e in cui la volgarità è ai primi posti. E' iniziare un festival della canzone con una filastrocca per fare del sarcasmo sulla politica, che se qualcuno avesse acceso la tv in quel momento e non avesse saputo che iniziava Sanremo, tutto si sarebbe aspettato tranne che un evento del genere.
E' dire che c'è stato un black-out e che quindi la giuria non ha potuto votare. E' che quando arriva un personaggio come Celentano, sullo schermo appaiono scene di guerra e terrorismo. E' sottrarre 50 minuti di canzoni, per parlare di preti...
Il Festival è un evento culturale, oltre che semplicemente musicale, certo. Lo è sempre stato ed è giusto che lo sia, ma sarebbe meglio rendere il concetto con un po' più di accuratezza, senza essere così volgari. E soprattutto senza togliere niente alla musica, quando invece è proprio lei che ci rimette in tutto questo, a scapito del vedo-non vedo di Belen.