Sanremo 2025. Il Festival del degrado italiano
par Mario Barbato
martedì 11 febbraio 2025
Il Festival di Sanremo da tempo non è più un evento di carattere artistico, ma è diventato lo specchio della società italiana dove quello che conta non sono le canzoni ma le esibizioni stilistiche, il linguaggio volgare e perfino scene pronografiche, come Fedez che finge di aver un organsmo e Achille Lauro che bacia in bocca il chitarrista. Abbiamo perso del tutto il senso della buona musica leggera: dominano solo scene triviali che niente hanno a che fare con il mondo della canzone.
Se il pubblico è sempre più annoiato, allora meglio intrattenerlo con artisti vestiti come pagliacci, propagande politiche, buffonate come il finto disoccupato che minaccia di gettarsi dal palco dell’Ariston “salvato” da Pippo Baudo o come Gianni Morandi che si presenta in scena in mutande. Ma in fondo, perché negarlo. Gli italiani ricevono quel che si meritano: cantanti mediocri e musica modesta, condita con una dosi di volgarità e pornografia, giusto premio per una mandria di pecore.
E’ vero che ogni anno si dice che lo spettacolo è penoso, che le frivolezze non dovrebbero soverchiare la sostanza musicale, che bisognerebbe riformare la competizione di sana pianta, oppure cancellarla e costruisci sopra altro, ma poi sempre si torna ad aspettarlo, a guardarlo, a votarlo, a seguire ospiti uno più insulso dell’altro che vengono dall’estero a colpi di compensi elevati e che si mettono a sponsorizzare le scarpe di tale azienda esibendosi nel Ballo del Qua Qua.
La minestra è sempre quella, scaldata e riscaldata, eppure piace ancora, nonostante i brontolii e nonostante le promesse di rinnovare una kermesse musicale che di musicale non ha più nulla, perché il Festival di Sanremo si è perfino “politicizzato”, quando ospiti strapagati con i nostri soldi parlano di diritti civili, di questioni di genere, di rivendicazioni sociali. Ti aspetti il cantante e invece ti arriva il predicatore. Le canzoni che un tempo rimbombavano con i loro sentimenti e che sono rimaste nella storia, adesso sono musichette che domani tutti avranno già dimenticato.
Il popolo italiano non ama più Sanremo, eppure anziché fischiare e lanciare uova e frutta marcia sul palco, continua a seguirlo, a votarlo, ad applaudire. Perché succede questo? Il motivo è semplice: perché Sanremo è lo specchio della società italiana. Siamo degni di loro ed essi lo sono di noi. Anche su queste cose si può misurare il declino di una società, la crisi morale che ci attanaglia, le pessime abitudini delle quali siamo diventati schiavi, le colpevoli indulgenze che, tutte sommate insieme, ci stanno trascinando verso l’abisso. Come il grande transatlantico che va a urtare negli scogli per l’inconcepibile imperizia e di un capitano senza professionalità e onore.