Sallusti condannato a 14 mesi di carcere? Il 26 la sentenza definitiva che deciderà dell’arresto

par Giuseppe Ottaviano
venerdì 21 settembre 2012

Il 26 settembre la Cassazione si riunirà per esaminare la regolarità della sentenza emessa contro il direttore de il Giornale, Alessandro Sallusti.

Il Giornale titola: “Vogliono arrestare il direttore. Democrazia negata per legge”. Se il procedimento dovesse risultare regolare la condanna sarebbe di 14 mesi di reclusione senza condizionale.

”Tutto dalla vita mi sarei aspettato, tranne che di scrivere questo articolo. Mi tremano le mani sulla tastiera della Olivetti” scrive Vittorio Feltri nel suo editoriale, accusando non i magistrati “che si limitano ad applicare la legge”, ma l'intera classe politica, scagliandosi anche contro Berlusconi “che, incoscientemente, non ha provveduto quando avrebbe potuto farlo”. Feltri li chiama “i dementi che, dopo 60 e passa anni di finta democrazia, mantengono in vita, per accidia e menefreghismo, alcune pagine del codice fascista”.

La vicenda risale al 2007 quando La Stampa pubblica la notizia di una ragazzina autorizzata ad abortire dal tribunale di Torino. La tredicenne in seguito all'intervento accusa disturbi mentali e viene portata in un reparto psichiatrico. Libero riporta la notizia: all'articolo firmato da Andrea Monticone viene affiancato un commento a nome Dreyfus, uno pseudonimo che non permette di identificare l'autore:

“Qui ora esagero. Ma prima domani di pentirmi, lo scrivo: se ci fosse la pena di morte e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo, il giudice”

Immediata arriva la querela da parte del magistrato Giuseppe Cocilovo. Monticone e Sallusti finiscono in tribunale e vengono condannati ad una multa, rispettivamente, di 5 mila e 4 mila euro. La parte offesa, però, impugna la sentenza e nel 2011 arriva la decisione della corte d'Appello. Monticone viene condannato ad un anno di carcere ma gli viene concessa la sospensione condizionale. Sallusti deve rispondere di “omesso controllo” come spiegano i giudici: «Direttore responsabile del quotidiano Libero e quindi da intendersi autore dell’articolo redazionale a firma Dreyfus» .

La condanna è di un anno e due mesi di reclusione, come spiega sempre Feltri nel suo editoriale: “Niente condizionale, perché i direttori di giornale - tutti - sono pieni di cause, ne perdono molte, quindi accumulano precedenti su precedenti, e addio sospensione della pena “.

La Federazione nazionale della stampa e l'Ordine dei giornalisti protestano contro l'eventuale carcerazione di Sallusti: «È inaccettabile che un giornalista per fare il suo lavoro e per le sue opinioni rischi la galera. Non è da Paese civile. Succede solo in Italia e questa è una delle ragioni principali per cui siamo così in basso nelle graduatorie mondiali sulla libertà di stampa. La condanna al carcere, senza condizionale, per il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, è mostruosa e non può essere accettata come atto di giustizia giusta, ancorché dovesse risultare coerente con il codice penale italiano».

La sentenza viene criticata anche da esponenti di fazioni politiche opposte. Il giornalista Giuseppe Giulietti del Pd afferma: “Siamo contro I bavagli sempre e comunque, anche quando sotto giudizio finiscono persone e giornali, è il caso di Alessandro Sallusti, dai quali ci separa tutto, ma proprio tutto, anche perchè, in altre occasioni, diedero il loro appoggio ad ogni forma di editto bulgaro».

Alfonso Papa, parlamentare del Pdl, sottolinea alcuni aspetti evidenziati da Feltri nel suo editoriale:”Il carcere per un giornalista è una vergogna. Ormai l'Italia è il Paese delle condanne preventive ed esemplari. Come può definirsi liberale un Paese dove un giornalista viene condannato al carcere per un presunto reato d'opinione? Siamo l'unico Paese occidentale in cui i reati a mezzo stampa sono valutati dalla giustizia penale e non civile”.


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