Roger Waters: dai Pink Floyd al razzismo

par Fabio Della Pergola
venerdì 30 agosto 2013

Ascoltare, oggi, certi pezzi storici dei Pink Floyd fa ancora venire i brividi.

Per la capacità evocativa di quelle musiche, ed anche, ovviamente, perché ricordano altri tempi e altre fasi della vita, un bel po’ di anni fa. Musica che ho amato molto quindi, spero che mi passerete lo scivolone nostalgico-lacrimoso.

Ma quello che Roger Waters ha fatto a Berlino (e prima di lì anche in Belgio) - proiettare una stella di David su un maiale gonfiabile di gomma messo in bella vista sul palco su cui stava tenendo un concerto - ha irritato fortemente la comunità ebraica tedesca, ricostituitasi lentamente dopo la persecuzione nazista, che si è espressa chiaramente: “Classica e disgustosa caricatura medioevale antisemita ampiamente utilizzata dalla propaganda sia nazista che sovietica per incitare all’odio contro gli ebrei”.

La notizia non è nuova, il primo concerto con maiale "davidizzato" è di fine luglio, e sul maiale la stella non è l'unico logo, ma è l'unico simbolo politico-religioso. Vale la pena di ricapitolare.

Primo elemento: il maiale è un animale per definizione “impuro” per la religione ebraica, tanto quanto per quella islamica. Sul concetto di puro e impuro sono stati scritti libri su libri e saggi su saggi; sono questioni interessanti e se qualcuno vuole approfondire suggerisco ad esempio un libro notevole dell’antropologa inglese Mary Douglas, Purezza e pericolo, un classico della questione.

Qualunque cosa si pensi dell’impurità rituale in ambito alimentare (ed è del tutto legittimo pensare che sia una inverosimile sciocchezza) è evidente che il simbolo non riguarda il laicissimo stato di Israele, ma una tradizione culturale e religiosa che risale a ben altri tempi e che con Israele ha tutto sommato poco a che vedere. Nello stato ebraico si vende e si mangia carne di maiale, anche se a farlo sono, ovviamente, i non osservanti.

Secondo elemento: la Stella di David in ebraico si dice Magen David, che vorrebbe dire in realtà “Scudo di David” non “stella” che ne sarebbe solo la rappresentazione grafica. È un’antica simbologia, fatta da triangoli equilateri intrecciati, non ebraica in origine in quanto piuttosto diffusa, come elemento grafico, in tutto il Vicino Oriente e nel Nordafrica.

È noto che agli ebrei fu molto spesso fatto obbligo di portare un segno di riconoscimento nel corso dei secoli; un drappo giallo o un cappello a punta o un cerchio cucito sugli abiti e così via. Il primo a imporre un segno di questo tipo pare che sia stato il Califfo “ben guidato” Omar, nel VIII secolo e solo più tardi la pratica fu applicata anche nella Cristianità.

Ma, per quanto se ne sappia, non veniva usata abitualmente la Stella di David anche se in un dipinto del XV secolo del pittore portoghese Nuno Gonçalves è ritratto un rabbino che indossa un distintivo a sei punte somigliante più ad un asterisco che a una stella, ma pur sempre un chiaro emblema con sei punte.

Solo nel XVII secolo si iniziò a contrassegnare apertamente le case ebraiche e le sinagoghe con questo simbolo, quindi come simbolo religioso, ma nessuno sa dire in effetti perché fosse stato scelto; la simbologia religiosa classica dell’ebraismo era - ed è tuttora - la Menorah, il candelabro a sette braccia che è davvero antichissimo.

In ogni caso il Magen David era già un emblema “classico” dell’ebraismo, in quanto popolo-tradizione-religione, quando fu adottato dal movimento sionista come proprio stemma, proprio perché privo di una caratterizzazione religiosa chiara e universalmente riconosciuta. Il riferimento al Re David rimandava inoltre ad un elemento laico, ai Regni di Israele, non al giudaismo sacerdotale del Tempio.

In seguito la stella a sei punte, azzurra in campo bianco, diventò la bandiera della Brigata Ebraica che ha combattuto in Italia contro nazisti e fascisti e, infine, la bandiera dello Stato di Israele.

Proiettare la Stella di David su un maiale è un gesto quindi che vorrebbe essere chiaramente antiisraeliano, ma che in realtà, richiamando l'iconografia classica dell'antisemitismo storico, offende la religione ebraica, la tradizione culturale ebraica, il popolo ebraico, fra cui le vittime del nazismo, i sionisti e, infine, ma solo per ultimi, anche gli israeliani.

Un gesto che, riferendosi - si suppone - ad un’espressione politica filopalestinese, non distingue, ma accomuna nel disprezzo persone innocenti e persone colpevoli; gente defunta ben prima che ai palestinesi qualcuno provocasse danni, gente che non ha alcun legame con lo Stato di Israele, gente che non ne approva le politiche di colonizzazione, gente che le approva e infine anche gente che le determina.

Insomma un’offesa gratuita e poco intelligente verso tutto ciò che è ebraico, che abbia o non abbia responsabilità per le sofferenze del popolo palestinese (il quale poi sarà stato offeso a sua volta dallo speculare uso del maiale fatto da Calderoli in versione antiislamica).

Insomma Roger Waters ha compiuto l’ennesimo e scontato atto di voler manifestare (legittimamente) la sua avversità alle politiche israeliane verso i palestinesi (sulle quali non mi soffermo perché non vorrei aprire una fonte di dibattito prevedibilmente infinito e di solito assai astioso).

Avversità che peraltro aveva già manifestato in altre occasioni come quando invitò ad abbattere il Muro eretto lungo il tracciato (ma con ampie deviazioni in territorio palestinese) della linea verde tra Israele e Weat Bank. O come quando ha dato il suo appoggio alla marcia per Gaza.

Con il gesto “del maiale” è scivolato ineluttabilmente dalla legittima polemica politica all'uso di simbologie e manifestazioni apertamente antisemite. Né più né meno di quello che hanno fatto più volte un Borghezio o un già citato Calderoli.

Solo che se Calderoli sghignazza mostrando la maglietta con le vignette sul Profeta, chiunque (esclusi i leghisti e nemmeno tutti) pensa che lo s...o sia lui (i puntini sono richiesti dalla testata per evitare querele), mentre se Rogers o chiunque altro fa lo stesso gesto contro l’ebraismo, invariabilmente c’è qualcuno che si alza per contrapporre i diritti dei palestinesi (mescolando discutibilmente le capre con i cavoli).

Accomuno dunque - con dolore per via di doti artistiche che non ho alcuna intenzione di disconoscere - il musicante di sinistra Waters al dentista della “porcata” Calderoli e al paleonazista Borghezio (suo il “viva Hitler” scritto su una cartolina indirizzata a Violante) nella schiera numerosa e spregevole dei razzisti di ogni colore.

Cosa che se accade a destra non mi sorprende, ma quando infetta la sinistra mi addolora.

 

 


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