Rocco Chinnici: su Rai1, la fiction con Sergio Castellitto sul magistrato ucciso dalla mafia

par Anna Maria Iozzi
martedì 10 ottobre 2017

Era il 29 luglio 1983 quando una fiat 127 esplose in via Pipitone Francesco. A perdere la vita furono il magistrato Rocco Chinnici, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone, Stefano Li Sacchi. Fu il primo a scoprire i meccanismi del fenomeno mafioso. A interpretare il giudice, l’attore Sergio Castellitto, affiancato da Cristiana Dall’Anna nel ruolo della figlia più grande, Ugo Bentivegna, Manuela Ventura. La regia è affidata a Michele Soavi, noto al pubblico per aver diretto “Ultimo”, la serie di Canale 5.

Sergio Castellitto definisce Rocco Chinnici «un eroe solitario». «Un uomo che nasce nel ‘25 e appartiene alla storia tragica di questo Paese, ma soprattutto il rappresentante di una generazione che non c’è più, nel senso della propria morale, del proprio lavoro inteso come una religione. È uno di quei motori che non si costruiscono più. In una delle rare interviste che rilasciò, al giornalista che gli chiedeva quale comportamento debba avere un magistrato, lui risponde secco: “I magistrati devono lavorare”. Un’essenzialità che ci manca molto in un mondo fatto più di politica parolaia che di parole. Chinnici era uno che parlava poco e agiva».

Il magistrato, amico fraterno di Falcone e Borsellino, fu l’artefice del “pool antimafia”. «Ebbe l’intuizione di creare un gruppo di giovani magistrati, veri geni come Falcone e Borsellino, per farli lavorare insieme e spezzare la logica dell’omertà, la diffidenza che esisteva anche dentro la magistratura. Ma non è diventato un eroe nazionale come loro perché è morto prima della tragica escalation della guerra Stato-mafia e non tutti lo conoscono» spiega l’attore.

La figlia Caterina decide di seguire le orme del padre. «Lo ammiravo molto e sapevo che avrei fatto il suo mestiere. Una passione che mi ha trasmesso sin da quando mi portava in pretura: ho visto nascere il “pool” e ho avuto il privilegio di formarmi anche sotto la guida di Borsellino». «Ho avuto momenti di scoraggiamento, ma la sua morte fu uno stimolo. Lui mi ripeteva: ragiona con la tua testa. Ed è quello che faccio», conclude.

La fiction, prodotta da Rai Fiction e Casanova Multimedia e ispirata al libro della figlia Caterina “È così lieve il tuo bacio sulla fronte”, è forte dell’impegno morale e civile della Rai di riservare un dignitoso tributo a una figura autorevole del nostro paese.

 


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