Rischio fronda M5S: Grillo chiama a raccolta i suoi

par Eduardo Parente
venerdì 5 aprile 2013

Trenta i dissidenti tra le fila dei grillini eletti in Parlamento, di cui una dozzina in Senato. In programma un summit tra l'ex comico genovese e i suoi Parlamentari. Nel mirino di Grillo anche Vito Crimi, capogruppo del M5S al Senato.

ROMA  "Perché hai votato il MoVimento 5 Stelle? Per fare un governo con i vecchi partiti? Per votare in Parlamento i meno peggio? Per discutere con il 'pdmenoelle' di programma quando quello del M5S è il suo esatto contrario? Se hai votato per il M5S anche soltanto per uno di questi punti, allora hai sbagliato voto. Mi dispiace. La prossima volta vota per un partito".

Lo ha detto, ridetto, ribadito fino alla nausea. Grillo, proprio per evitare che ci sia anche solo l'ombra di un malinteso, negli ultimi giorni ha inondato la rete con post in cui spiega, in sostanza, che non c'è trippa per gatti per nessuno della vecchia classe politica, in merito ad improbabili alleanze. Del resto – bisogna dargliene atto –, i grillini lo sapevano da prima del risultato delle elezioni, visto che il guru del M5S lo aveva urlato per mesi durante il suo tsunami tour.

Ma come spesso è accaduto in passato in altre formazioni politiche, anche tra le fila dei grillini eletti in Parlamento, ci sono alcuni dissidenti a cui non dispiacerebbe un possibile dialogo con gli altri partiti, in particolare con il Pd. Sono una trentina, di cui una dozzina al Senato. Ma Grillo, proprio per fare chiarezza, e scongiurare il rischio fronda tra le fila del M5S, ha chiamato ha raccolta i suoi Parlamentari in un summit.

Nel mirino dell'ex comico genovese è finito anche Vito Crimi, capogruppo del M5S al Senato, che nei giorni scorsi avrebbe lanciato l'ipotesi di un Governo Bersani. "Qualcuno", però, vorrebbe leggere al più presto la sua lettera di dimissioni, anche se, strategicamente, punire Crimi potrebbe rappresentare un'arma a doppio taglio per Grillo, perché si sa: i martiri, di solito, danno sempre fastidio a chi li crea.

Il messaggio, però, è chiaro: "Nessuna alleanza con chi si è reso responsabile di aver fatto fallire il paese". Cosa ne sarà, dunque, dei dissidenti?


Leggi l'articolo completo e i commenti