Rischiare la galera per un contraccettivo

par Fabio Della Pergola
lunedì 16 aprile 2012

A proposito dell’amore cristiano non possiamo fare a meno di sobbalzare quando si leggono certe notizie.

Pare che un paese sudamericano dalle profonde radici culturali cristiane, l’Honduras, sia “a un passo dall’approvare una legge che condannerebbe al carcere chiunque abbia assunto la pillola del giorno dopo” in evidente accordo con le concettualizzazioni di Santa Madre Chiesa in merito.

Dove per “chiunque” naturalmente si deve leggere “le donne che”, tanto per mettere i puntini sulle i. Ma anche i medici che l’avessero prescritta, questa benedetta pillola (vietata perfino nel caso di stupri) ed i farmacisti che l’avessero venduta.

Secondo un rapporto di Amnesty International 2011 sembra che il decreto sia addirittura già in vigore, ma - sia come sia - è ovvio che è necessario un vasto movimento di opinione pubblica per evitare che ogni "peccato" diventi un "reato", come predicava anche da noi una sciagurata esponente dell'ortodossia ultracattolica, a suo tempo infiltratasi nelle file del Partito Democratico e poi volata verso nidi per lei più confortevoli.

Tanto per chiarire i livelli demenziali che si possono raggiungere quando si parla dell’argomento inizio-vita,pillola del giorno dopo” significa “contraccezione” secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma non per la Chiesa cattolica che la equipara ad un aborto chimico per il quale però, in evidente contraddizione, non c’è la scomunica prevista invece per l’aborto “fisico”. Perché? Perché ovviamente non c’è, e non può esserci, alcuna evidenza che l’ovulo, impossibilitato ad impiantarsi nell’utero per l’azione del preparato, sia stato effettivamente fecondato.

Quindi nemmeno la Chiesa (o gli stati che fanno propria la concezione ecclesiastica della "vita" embrionale) può affermare che effettivamente si tratti di un simil-aborto, ma tant’è, basta l’intenzione: nel dubbio quella donna o quella ragazzina che l’hanno usata sbattiamole in galera. Non fa una grinza, no ? Carità cristiana...

Anche una donna violentata, che non volesse portare in pancia il frutto della violenza subìta e partorirne il prodotto, dovrebbe essere incarcerata secondo quelle belle menti, cristianamente amorevoli, che hanno progettato questo infame disegno di legge (ma su quale tipo di rapporto con il femminile si fondi il cristianesimo abbiamo recentemente avuto interessanti ragguagli a firma di Padre Tadeusz Isakowicz Zaleski)

A questo porta la demenzialità di ritenere un grumo di materiale biologico equiparabile ad una vita umana. A questo porta una teoria sballata che individua nel momento del concepimento l’inizio della vita. Tale da ritenere di doverlo proteggere anche a costo di sbattere in prigione una donna, lei sì vivente di una vita pienamente umana.

Ma definirla “teoria” è semplicemente uno stupro del concetto di cosa sia realmente una teoria. Si tratta più banalmente del delirio fideistico non solo di chi non sa distinguere tra “essere in potenza” ed “essere realizzato”, ma anche di chi non sa (cioè non vuole) nemmeno leggere le ormai chiarissime evidenze di ben altre elaborazioni che ho ricordato in altre occasioni.

Chiunque può chiarirsi le idee leggendo gli articoli a firma della neonatologa Gabriella Gatti su left di qualche settimana fa; o nel numero della scorsa settimana, ‘L’alchimia della nascita’, che spero sarà presto scaricabile dall'archivio on line del settimanale. In questo pezzo, un vero e proprio paper scientifico, sono descritte minuziosamente le evidenze di laboratorio che confermano la teoria di Massimo Fagioli.

E proprio in questi giorni, è stata presentata la nuova edizione del terzo libro dello psichiatra romano, proposto per la prima volta nel 1975; il titolo, non a caso, è “Teoria della nascita e castrazione umana”, un testo "con cui si completa la trilogia della Teoria della nascita 1971-74" come recita il comunicato ANSA.

E di una “teoria della nascita” che stabilisca che cosa è la vita umana e che cosa non lo è, c’è una evidente, impellente necessità storica.

Per fare piazza pulita - tanto per gradire - di una “antropologia cristiana” che bellamente è passata dall'esaltazione della verginità ai roghi medievali fino all'odierna galera per l'uso di anticoncezionali; prassi di una millenaria, terrorizzante violenza sulle donne che trova sempre nuove argomentazioni per infierire.

Limitandosi poi, ogni tanto (ma a distanza di secoli), a chiedere scusa con la lacrimuccia all’occhio. Ipocriti.


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