Rimuovere il segreto di stato sull’assassinio di Stefano Tachè

par Paolo Borrello
venerdì 6 febbraio 2015

Sergio Mattarella, nel suo discorso di insediamento, ha citato Stefano Gay Tachè, un bambino ebreo di due anni morto il 9 ottobre del 1982 nell’attentato alla sinagoga di Roma. Il fatto di aver parlato di Stefano ha stupìto molti, anche perché la sua uccisione era stata ormai dimenticata ed anche l’attentato di cui si rese responsabile un commando palestinese capeggiato da Abu Nidal.

Può essere utile saperne di più di Stefano e dell’attentato del 9 ottobre del 1982.

E per ottenere le informazioni necessarie, ho fatto riferimento, principalmente, ad un articolo pubblicato su www.ilpost.it. Stefano Gaj Tachè, innanzitutto, fu il primo ebreo assassinato in Italia dal 1945.

Il 9 ottobre del 1982 era sabato e nella sinagoga di Roma si stava celebrando lo “Sheminì Azzereth”, il giorno della benedizione dei bambini.

Quando, a mezzogiorno circa, i partecipanti alla celebrazione iniziarono ad uscire una decina di attentatori – che appartenevano a un commando palestinese – lanciò delle granate e poi si mise a sparare. Altre 37 persone rimasero ferite.

Stefano fu raggiunto alla fronte da un colpo di mitraglietta.

Stefano non morì subito, ma poco dopo, all’ospedale Fatebenefratelli.

Si può leggere nell’articolo citato: “Il 12 ottobre si svolse il funerale di Stefano Gaj Taché, a cui parteciparono migliaia di persone. Il rabbino Toaff invitò l’allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, a non partecipare ai funerali: dopo l’attentato ci furono infatti molte accuse e polemiche da parte della comunità ebraica nei confronti del governo. Erano gli anni della guerra in Libano e della strage di Sabra e Shatila, Israele e la sua politica erano molto criticati dai politici italiani di sinistra e anche da molti democristiani. Pochi giorni prima dell’attentato il leader dell’Olp, Yasser Arafat, era stato ricevuto dal presidente della Repubblica Sandro Pertini al Quirinale e da Giovanni Paolo II al Vaticano. Gli unici a rifiutarsi di incontrare Arafat furono l’allora presidente del Consiglio, Giovanni Spadolini, e i radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino”.

Fu individuato uno solo degli attentatori, arrestato in Grecia il 20 novembre 1982, Abdel Al Zomar, ex presidente del gruppo universitario degli studenti palestinesi in Italia.

Abdel Al Zomar fu accusato di avere organizzato il massacro per conto del gruppo guidato da Abu Nidal.

Venne condannato ed estradato in Libia.

Successivamente, diversi esponenti della comunità ebraica, ma anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, hanno chiesto di rimuovere il segreto di stato su quanto avvenuto.

A me stupisce che quell’attentato sia coperto dal segreto di stato.

Ritengo necessario, comunque, che, considerando che Mattarella ha giustamente citato l’uccisione di Stefano Gay Tachè, il nuovo presidente della Repubblica si impegni anche affinchè il segreto di stato sia rimosso quanto prima, in modo tale che si faccia finalmente piena luce sull’attentato del 9 ottobre 1982.


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