Rilanciare l’economia e competere con la Cina: ecco il TTIP

par FedeS
mercoledì 6 marzo 2013

Se le unioni doganali portano benefici, si confida che ad accompagnarli ci sia anche un po' di ottimismo.

Hillary Clinton, quando ancora era Segretario di Stato un paio di mesi fa, disse che per rilanciare le economie occidentali e tener testa alla concorrenza (sleale) cinese era necessaria un'unione doganale tra Stati Uniti ed Unione Europea.

Per definire questa non proprio nuova iniziativa ha utilizzato il termine TAFTA, Transatlantic Free Trade Area, già sentito in passato dal marito Bill e George W. Bush senza però troppi successi.

A ribadire l'interesse nella questione ci ha pensato Barack Obama allo State of the Union address, cambiandogli nome e aumentando le proporzioni del progetto: Transatlantic Trade and Investiment Partnership (TTIP).

La “semplice” abolizione di dazi e tariffe dovrebbe portare ad una crescita dallo 0,5 al 2% del PIL su entrambe le sponde dell'Atlantico, creando all'incirca 2 milioni di posti di lavoro.

I vantaggi maggiori si otterrebbero però da una cooperazione sulle regolamentazioni di prodotti e servizi, in modo tale che gli standard (di sicurezza, di produzione, ecc.) europei siano gli stessi di quelli statunitensi.

Per esempio, come scritto su Foreign Affairs, se le autovetture prodotte in Europa superano i test di sicurezza, queste automaticamente saranno ritenute sicure anche negli States. Lo stesso discorso vale per i farmaci o per le prese dei telefonini.

Si velocizzano quindi le transazioni, così come aumenta la competitività tra le imprese.

Non bisogna però dimenticare il perché questo progetto è fallito in precedenza: dalle dispute sui polli lavati con acqua e cloro ai cibi geneticamente modificati, le restrizioni provenienti dall'Europa non sono poche.

Non mancano anche le critiche ai sistemi di protezione (ritenuti scadenti) di compagnie come Facebook e Google, inerenti al diritto di privacy delle persone e la sicurezza dei dati nel cloud computing. Entrambe le parti hanno comunque deciso di avviare i negoziati che dovrebbero durare circa 18 mesi, facendo nascere il progetto nel 2015.

Se il TTIP dovesse avere successo, è possibile che nel medio periodo possa placare le ondate di antieuropeismo e antiliberismo manifestatesi in paesi come il nostro, dove spesso ci si dimentica che i gravi problemi che abbiamo (da quarant'anni) e che ci han portato alla situazione attuale sono nati e cresciuti in casa, e non hanno natura esogena.


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