Rilanciare l’Italia partendo dalla valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici
par Francesco Rossolini
venerdì 2 aprile 2010
Città come Roma, Firenze e Venezia brulicano di turisti, di ogni condizione sociale e provenienza, tutto l’anno, ma l’Italia per sua fortuna è composta da migliaia di borghi, città, scorci, rovine e musei, disseminati su tutta la penisola.
Eccezion fatta per le grandi città d’arte la maggior parte delle meraviglie d’Italia non vengono raggiunte dal turismo. Questo perché non c’è una rete d’infrastrutture e di servizi del settore tale dal convogliare agevolmente i visitanti stranieri in piccoli borghi, verso musei tanto preziosi quanto sconosciuti e nelle prossimità di scorci sul mare da sogno, dove solo gli abitanti del posto riescono ad arrivare.
Il turismo è una risorsa che se sfruttata in modo corretto, senza deturpare siti archeologici o panorami incantevoli con alberghi-mosto, può essere veramente utile alla ripresa dell’economia italiana ed al contenimento della disoccupazione.
Per incentivare al massimo l’arrivo di un numero maggiore di turisti occorre proporre loro percorsi e luoghi alternativi rispetto alle mete classiche italiane. Inoltre è necessario assumere e formare giovani operatori turistici, che sappiano comunicare agevolmente in diverse lingue, e che siano capaci di far fruire i mille tesori nascosti del Bel Paese senza però deturparli o snaturarli.
In questo la Spagna, prima della crisi, si è distinta investendo molto sulla formazione degli operatori turistici e sulle infrastrutture ricettive. In tal modo ha ottenuto dei risultati sorprendenti.
È inoltre fondamentale che venga stroncata la delirante, oltre che deleteria, pratica di “frodare” i turisti, soprattutto Giapponesi, aumentando a dismisura i prezzi. Un turista soddisfatto forse potrà farne venire un altro in Italia, uno insoddisfatto, perché derubato, farà in modo che tutti coloro che conosce stiano alla larga da questo Paese.