Rifiuti Campania: "Qui dentro si muore", sede di lavoro colma di rifiuti e sostanze nocive
par freebacoli
giovedì 13 gennaio 2011
LâAmministrazione non mantiene le oromesse, ancora percolato e rifiuti pericolosi.
Morire lentamente in un enorme capannone incenerito, distrutto e ricco di rifiuti cancerogeni senza che nessuno muova un sol dito per ripristinare una situazione di normalità: i lavoratori della nettezza urbana si mobilitano compatti a difesa dei basilari diritti alla salute e si dichiarano in stato d’agitazione.
E’ devastante lo scenario che, nonostante le promesse amministrative messe addirittura per iscritto in consiglio comunale, è visibile all’interno della martoriata Coopertiva Avino, sede di ristoro per gli automezzi della nettezza urbana, dei cassonetti e, soprattutto, di circa 50 lavoratori costretti, loro malgrado, a morire lentamente sul proprio posto di lavoro.
Estese macchie di percolato sparse in maniera discontinua lungo tutta la pavimentazione, rifiuti inceneriti non rimossi da mesi, pneumatici ammucchiati da una parte
Un disastro di proporzioni inestimabili, le cui conseguenze potrebbero palesarsi anche di qui a qualche anno, che ha determinato nella mattinata di oggi, 12.01.2010, lo sciopero dei lavoratori della Flegrea Lavoro, società ad intero capitale pubblico le cui quote, tra pochi mesi, saranno acquistate, per una cifra spropositatamente alta rispetto al reale valore dei beni in possesso della SPA (Clicca Qui), dal comune di Bacoli.
Responsabili i quali, dopo settimane di silenzio, rispondevano in modo ed in sedi ufficiali assicurando il proprio interesse per una criticità a loro ben nota, che avrebbero risolto in pochi mesi.
La realtà però, dopo quasi due mesi dalle buone intenzioni e dalle iniziative di facciata, non è assolutamente cambiata.
Giunti sul posto, io ed Alessandro Parisi, siamo stati accolti da dipendenti al limite della sopportazione e su cui si è speculato sin troppo, poggiati nelle vicinanze di camion deteriorati presi in fitto da pochi mesi e da cui vengono ancora giù gocce di fetido e pericolosissimo percolato.
Un dramma che dovrebbe coinvolgere l’intera popolazione (poiché, e lo si precisa, chi oggi protesta per il riconoscimento di diritti, prima di essere un dipendente della NU è un cittadino del comune di Bacoli), a cui risponde un frastuono ancor più lapalissiano: quello dei sindacati.
Cgil, Cisl, Uil che addirittura anche stamane, dinanzi ad un tale sfacelo e ad un così manifesto schiaffo ai diritti sacrosanti del lavoro (basterà dire che la Flegrea Lavoro, così come accertato da note ufficiali, non ha versato agli istituti previdenziali 795.025,40 euro di contributi per i lavoratori mettendone a rischio anche la pensione), restano in silenzio portando avanti la solita metodologia attendista, principale madre dell’assopimento delle coscienze e della fatiscenza strutturale di un capannone che da “casa del rifiuto” si è andato trasformando in “casa dell’agonia e della morte”.
VIDEO:
Josi Gerardo Della Ragione – Alessandro Parisi