Riduzione stipendi a parlamentari e ministri

par francesco
martedì 18 maggio 2010

Le parole chiave sono queste: "Chiederemo qualche sacrificio" e "dobbiamo dare l’esempio"; dunque, per La Russa, una manovra da 25 miliardi di euro, è cosa da poco; è vero(?) che, come sostiene il governo, non ci sarà nessun aumento delle tasse - statali - ma è altrettanto vero che, se non si interviene dando aiuti più concreti all’economia non servirà a niente. Non mi riferisco ad aiuti in termini di soldi dati agli industriali e neanche ai cosiddetti incentivi, ma a misure atte a mantenere la produzione sul suolo italiano e ad accordi con nazioni estere per l’esportazione.

Prelevare soldi, qualsiasi formula si usi, non servirà a niente se la produzione non riprende e non si risolve il problema disoccupazione, l’8% di disoccupati, significa sia diminuzione delle vendite sia diminuzione di entrate fiscali.

Tornando ai sacrifici e alle tasse, ridurre la spesa pubblica significa mettere in difficoltà il cittadino perché, se non c’è sostegno statale all’assistenza sanitaria, servizi pubblici, scuole ecc., nel nuovo sistema federalista, il cittadino si troverà a pagare tasse in più dato che lo stato non le diminuirà per bilanciare quelle delle regioni e province che saranno costrette a chiederle per far fronte al mancato flusso dallo stato. Questo significa sin da ora enormi sacrifici, altro che "qualche sacrificio". Inoltre, quello di diminuire stipendi di 13.000€ e più di un misero 5% è, oltre che ridicolo, una presa in giro, e lo sarebbe anche se arrivassero a ridurli di tre stipendi; due conti: 13000x12=156000-(13000x3)39000=117000 annui, e questi sarebbero sacrifici? ci sono famiglie che vivono con 1500-2000€ e anche meno mensili. Oòtre che ridicolo e una presa in giro è anche offensivo.


Se in Italia i conti non tornano non sono certo gli stipendi la causa; sanno bene, i governanti, che le cause della crisi sono altrove, in settori che loro stessi hanno difficoltà a controllare, figuriamoci a gestire. Inoltre, uno dei fattori ormai noti è l’evazione fiscale che nel 2010 è aumentata di nuovo; un’altro è il lavoro nero, un’altro la criminalità organizzata.

Un governo che non tiene conto, volontariamente, di questo, cercherà sempre di scaricare le soluzioni sulle spalle del popolo.

Oter che laurà per ol be del popol.
An ga sè mia scec, che l’è tut de rifà
.

Leggi l'articolo completo e i commenti