Ridatemi Ratzinger

par Davide Falcioni
mercoledì 24 luglio 2013

Papa Francesco è salito sull'aereo portandosi la valigia. Papa Francesco è stato assalito da orde di fedeli festanti. Papa Francesco bacia un bambino, mangia un panino, indossa scarponi di cuoio e una croce di ferro. Papa Francesco rifiuta la papamobile e abbraccia i disabili. Papa Francesco vuole rinnovare lo Ior e dice che Pietro non aveva una banca.

Da mesi la costruzione del consenso intorno al Santo Padre procede con un ritmo inarrestabile. Tutti i principali quotidiani sono sdraiati ai piedi del pontefice, ma pochi sembrano domandarsi se non sia anomalo che un'autorità spirituale - ma anche politica - goda di un trattamento del genere in uno stato che si vuole laico e aconfessionale. Se lo stesso accadesse a un leader politico, le testate verrebbero tacciate di asservimento e partigianeria, giustamente. Ma provare a criticare il Papa, oggi, vuol dire collezionare insulti di ogni genere. Scrivendo queste poche righe, dunque, sono ben consapevole a quello di cui vado incontro. L'Italia, si sa, è una nazione di tifosi. Intorno a Francesco gli ultras sono milioni. Il mio è il modesto tentativo di incrinare certezze granitiche di tutti i credenti, e persino di molti atei.

Ogni parola e gesto di Francesco è carico di simboli. C'è da giurare che ben poco ci sia di veramente spontaneo e, personalmente, credo che sia circondato da professionisti della comunicazione di primissimo piano. Eppure in concreto non ho ancora ben capito cosa ci sia da esultare. Ad esempio: dovrebbe essere chiaro che un Papa che ostenta povertà non è un povero. È solo un'autorità che - pur disponendo di patrimoni e capitali ingenti - decide di non utilizzarli. Ma attenzione, ciò non vuol dire che li redistribuirà. E forse non è un caso che - se appena un anno fa tutti invocavano che anche la Chiesa pagasse l'Imu - oggi che l'imposta sulla prima casa fa tremare il governo un giorno sì e uno no, la richiesta di una partecipazione della Chiesa è praticamente sparita. Avete sentito dire dal Papa che è disposto da subito a pagare quanto dovrebbe?

Lo stesso ragionamento può essere applicato alla sua visita a Lampedusa e, se è vero che la condanna ad ogni criminalizzazione dell'immigrazione è lodevole, è altrettanto vero che un atteggiamento coerente imporrebbe, ad esempio, l'uscita dai Cie di ogni associazione di matrice cattolica. Non è accettabile che prima si condanni la reclusione dei clandestini, poi si continuino a far operare in quelle stesse strutture le organizzazioni vicine, che naturalmente percepiscono anche importanti finanziamenti pubblici. Se si condanna un lager, lo si combatte con tutte le forze senza scendere a compromessi.

Oppure, banalmente, al buonismo di facciata non seguirà nulla. Per questo dietro la cortina fumogena che avvolge Papa Francesco ci sarebbe molto di cui discutere, volendo farlo. Ad esempio potremmo parlare del ruolo che Francesco attribuisce alla libera ricerca scientifica, oppure ai diritti civili di donne e omosessuali. Potremmo chiedergli conto dell'omofobia, dello scandalo sulla pedofilia, del diritto all'aborto, del testamento biologico, della eutanasia, della scuola e molto altro. Ma non lo faremo ancora per molto, ammaliati dall'immagine del pastorello povero tra i poveri, umile e caritatevole.

Con Papa Ratzinger era tutto diverso. L'antipatia del "pastore tedesco" permetteva a molti osservatori - persino credenti - di criticare la Chiesa. Si poteva discutere dei temi di cui sopra: ad esempio venne lanciata una pressante campagna mediatica per il pagamento dell'Imu, il tema della pedofilia veniva trattato con maggiore importanza e sui diritti civili praticamente tutti concordavano che il Vaticano doveva mettersi al passo coi tempi, rinunciando alla sua influenza sulla politica.

Benedetto XVI indossava scarpette rosse di Prada e una pelliccietta di ermellino; parlava con un orribile accento tedesco ed aveva lo stesso carisma di un Maurizio Gasparri qualunque. Eppure con lui in Italia si parlava di cose serie, si facevano critiche, la discussone era animata.

Con Francesco è tutto finito. Godiamo a leggere l'immagine di Papa povero che gli è stata cucita addosso, e ignoriamo che la Chiesa non è cambiata di nulla e rimarrà - ancora a lungo - la struttura conservatrice che fino a pochi mesi fa odiavamo. Ridatemi Ratzinger.

 

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