Respingimenti, il problema nascosto sotto il tappeto dal governo

par Pietro Orsatti
martedì 18 agosto 2009

di Pietro Orsatti su Terra

La strategia del governo sui respingimenti dei migranti, rileggendo le dichiarazioni rilasciate negli ultimi mesi dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, avrebbe già ottenuto i suoi effetti. Invece delle solite migliaia di arrivi estivi a Lampedusa, da metà luglio a Ferragosto di barconi, gommoni, chiatte e pescherecci riadattati neanche l’ombra. Solo pochissimi sbarchi, come quello di pochi giorni fa di un gruppetto di tunisini imbarcati su un peschereccio come lavoranti e, appena in territorio italiano, trasformatosi in clandestini. Un successo quindi? A prima vista sembrerebbe così, ma andando a scavare le cose sembrano assumere un aspetto molto differente. E come sempre più spesso accade le notizie vengono riprese e diffuse non tanto dalla stampa nazionale ma da quella straniera. Radio France, infatti, ha mandato in onda un ampio reportage nella porta italiana verso l’Africa da dove emergono due dati: i respingimenti, forzati, impediscono gli sbarchi nell’Isola che ormai viene sempre più spesso aggirata, il numero dei morti in mare sembra essere rimasto invariato visto il numero delle segnalazioni di cadaveri nel Canale di Sicilia. A conferma di questa mutazione delle rotte ma non del fenomeno sempre Radio France ha sentito Federico Miragliotta, direttore del centro di soccorso e di prima accoglienza di Lampedusa, che ha ammesso: «È vero, la strategia è, chiaramente, che le barche non arrivino più a Lampedusa ma che aggirino l’isola». E lo stesso ha raccontato di arrivi sulla costa di Siracusa e perfino a Pantelleria e addirittura in Sardegna. Lampedusa irraggiungibile, quindi. È solo questo il successo ottenuto dal governo sul tema degli sbarchi di clandestini? Un funzionario del ministero spiega come: «dopo che lo scorso 15 maggio la Libia ha dispiegato mezzi militari al largo delle sue coste, non parte più nessuna imbarcazione». E ha proseguito affermando che «siglando gli accordi economici e finanziari con Tripoli, il governo Berlusconi ha messo termine al dramma dell’immigrazione». Gheddafi si è preso 4 miliardi di euro e ha chiuso i rubinetti? Il fenomeno epocale delle migrazioni, visto dalla Brianza, era solo uno strumento di ricatto del colonnello beduino?

L’Alto commissario per i rifugiati dell’Onu (Unhcr) ha un’opinione della questione tutt’altro ottimista e ha lanciato a fine luglio un’accusa specifica e terribile al nostro governo. L’Unhcr, in particolare, si è concentrato su un caso, raccogliendo testimonianze riguardo l’uso della forza da parte dei militari italiani durante il trasbordo di alcuni immigrati su una motovedetta libica nel corso di un respingimento avvenuto il primo luglio a 30 miglia da Lampedusa. In base a queste testimonianze sei eritrei avrebbero avuto necessità di cure mediche in seguito ai maltrattamenti. Inoltre, sempre secondo l’Unhcr, gli stessi individui affermano che i loro effetti personali, fra i quali documenti di vitale importanza, sarebbero stati confiscati dai militari italiani durante le operazioni e non più riconsegnati. L’Alto commissario ha avanzato, di conseguenza, una protesta formale e la richiesta di chiarimenti sull’episodio al governo di Roma, ma a un mese di distanza, e dopo più di 300 respingimenti in mare, non avrebbe ricevuto risposta. Inoltre, le garanzie sul trattamento dei migranti e dei richiedenti asilo respinti in Libia dalla marina italiana, non sarebbero state rispettate da Tripoli, sempre secondo l’Unchr, e l’unico risultato ottenuto dal governo italiano sarebbe solo quello di aver modificato la rotta libica dei clandestini, come in passato avvenne per quella adriatica e dello stretto di Otranto.


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