Resistenza italiana, resistenza ucraina?
par Emanuele Maggio
lunedì 28 aprile 2025
Se si commemora la resistenza italiana, non si dovrebbe appoggiare la resistenza ucraina?
Riflessioni sul 25 aprile appena trascorso.
Il 25 aprile ricordiamo due cose, non una: 1) la liberazione dallo straniero tedesco e dal fascismo, 2) la sottomissione allo straniero americano.
È incredibile quante volte si debba ricordare il semplice fatto che noi italiani siamo militarmente occupati dagli Stati Uniti, e che non siamo mai stati liberi di autodeterminarci nella scelta del governo (di questa banalità ne parlo meglio QUI).
Ne consegue che il 25 aprile non si commemora solo ciò che è iniziato (la Resistenza contro l'invasore tedesco) ma anche ciò che è finito (la Resistenza contro l'invasore americano). Si commemora ciò che finisce.
La decisione di far FINIRE la Resistenza fu molto saggia e oculata, e inaugurò una stagione di crescita economica per l'Italia e soprattutto di pacificazione politica e istituzionale.
Se l'INIZIO della Resistenza seguì una logica di liberazione nazionale dallo straniero (in un coacervo di altre logiche e obiettivi), la FINE della Resistenza seguì una logica pacifista (o pacifinta, direbbero oggi alcuni) di riconoscimento di SFERE DI INFLUENZA in equilibrio.
Alla retorica della Liberazione (teoricamente giusta) si sostituì la valutazione realistica della complessità geopolitica. Quella cosa che oggi è considerata "filoputin".
Si accettò per l'Italia un ordinamento autonomo ma a SOVRANITÀ LIMITATA, nella sfera di influenza statunitense.
Oggi, chi si oppone alla FINE della "resistenza" ucraina e alla pacificazione che noi conoscemmo nel 1945, non accetta appunto che l'Ucraina faccia parte della sfera di influenza russa, non accetta che abbia sovranità limitata.
Se noi non avessimo accettato, nel 1945, di vedere la nostra sovranità limitata dagli americani, avremmo fatto la fine dei giapponesi (nuclearizzati) o dei tedeschi (devastati).
Ne saremmo usciti distrutti, come oggi escono distrutti gli ucraini. Ma ai partigiani col sedere degli ucraini questo non importa.
I partigiani col sedere degli ucraini tutto questo lo ignorano. Sono persone idealiste, in buona fede. Ignorano che se l'Ucraina non avrà una sovranità limitata dai russi, avrà una sovranità limitata dagli americani.
Solo ragionando in termini di sfere di influenza, si comprende il conflitto russo-ucraino. Noi europei (per vantaggi economici) abbiamo per anni accettato che i russi si ergessero a nuova Potenza dello spazio imperiale sovietico, rivendicando la loro sfera di influenza.
Siccome noi europei occidentali siamo a sovranità limitata da decenni, non ci sembrava strano che gli europei estremo-orientali avessero una sovranità limitata dai russi. Si trattava solo di tornare a un vecchio equilibrio.
Gli americani hanno sabotato questo equilibrio, penetrando nella sfera di influenza russa con la loro classica guerra ibrida (quelle che Mao chiamava "pallottole di zucchero" - Maidan e non solo).
I russi, che i colpi di stato in Ucraina sentono di poterli fare solo loro, hanno reagito militarmente e così gli europei hanno dimostrato fino a che punto la loro sovranità è limitata: hanno improvvisamente cambiato la loro narrazione, contro i propri interessi.
Niente più sfere di influenza reciprocamente riconosciute: anzi, resistenza e autodeterminazione dei popoli! liberazione del popolo ucraino! e ancora più sottomissione europea agli Stati Uniti.
Quando Stalin e Togliatti, con la Svolta di Salerno del 1944, decisero di legittimare il governo Badoglio e la futura consegna delle armi partigiane agli Alleati, scelsero appunto di giocare la partita italiana DENTRO la simulazione democratica, governata dagli Stati Uniti ("altrimenti ci avrebbero distrutti", disse anni dopo Togliatti).
La macabra strage di Portella della Ginestra, coordinata dalle due Cose Nostre (la siciliana e l'americana) che precedette la prima elezione "libera" della Repubblica Italiana e che sterminò sindacalisti, socialisti, comunisti e tanti civili, fece subito capire bene agli italiani cosa vuol dire "sovranità limitata".
Se i partigiani non avessero riconsegnato le armi, avremmo fatto la fine degli ucraini (milioni di sfollati, milioni di morti).
Ma ammettiamo pure che non si accetti questa logica REALISTA di sfere di influenze. Manteniamo pure una logica IDEALISTA. Autodeterminazione dei popoli. Vittoria o morte, fino alla fine (cioè morte).
È questo che fece il terrorismo rosso degli Anni di Piombo, anche se molti lo ignorano (indipendentemente dalle infiltrazioni americane successive). Le Brigate Rosse presero il nome dalle Brigate Garibaldi, si cominciò a parlare di "Resistenza Tradita", interrotta a metà e sottomessa agli Usa.
La prima foto storica del primo sequestro delle BR vedeva puntata sulla guancia del dirigente della Sit-Siemens una pistola Browning sequestrata ai nazisti, appartenente a quel mitico arsenale militare segreto che i partigiani comunisti non riconsegnarono mai agli Alleati.
Coerentemente, gli "irriducibili" che appoggiano una resistenza ucraina dura e pura (col sedere degli ucraini) dovrebbero anche mobilitarsi contro la Nato e per una completa liberazione italiana da qualsiasi straniero che ancora occupa il nostro territorio.
Ma se ne vede poca in giro, di questa gente.
Non solo. Se la mettiamo su questo piano, cioè sul piano dell'autodeterminazione dei popoli che è bella e giusta a prescindere da valutazioni realistiche, allora dovremmo essere soddisfatti da una soluzione di pace "coreana".
La maggioranza degli ucraini occidentali vuole stare con l'Occidente, la maggioranza degli ucraini orientali vuole stare con la Russia. Se prendiamo per vera e spontanea la "rivoluzione" di Maidan, allora dobbiamo prendere per vere e spontanee anche le rivoluzioni del 2014 di Donetsk e delle altre città orientali. La partecipazione di masse popolari è certificata in entrambi i casi.
Insomma, come la giri giri, non c'è nulla di coerente nel commemorare la Resistenza italiana e nel predicare al contempo la continuazione della guerra ucraina fino a ricacciare indietro i russi.
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