Renzi folgorato sulla via della De Filippi

par Camillo Pignata
venerdì 5 aprile 2013

Folgorato sulla via della De Filippi, Renzi che ha indebolito Bersani con pugni sotto la cintura, Renzi che non ha avuto il coraggio di sostenere davanti a tutti: governiamo con Berlusconi, ora ci dice con la solita chiarezza che la politica sta perdendo tempo, meglio un governo di scopo, altrimenti elezioni.

È perdita di tempo assolvere all’incarico del Presidente delle Repubblica? Non va bene inseguire Grillo, c’è un via migliore, più rapida da quella percorsa da Bersani? E allora perché Renzi non l’ha detta nella prima direzione? Vuole l’accordo con Berlusconi?

Non necessariamente, dice Renzi. Ma allora che cosa vuole?

Se vuole l’accordo con Berlusconi, lo dica apertamente e si batta a viso aperto per questa idea, senza mascherarla dietro paroline come “il governo di scopo”, che non dicono niente a nessuno.

Ma PDL non vuole la legge sulla corruzione e quella sul conflitto di interessi e forse il sindaco di Firenze pensa che sia meglio cedere a queste richieste, via la legge sulla corruzione, via la legge sul conflitto di interessi.

Non si accorge, però, che tutto ciò non è compromesso programmatico, ma la mutazione del DNA del suo partito. Cedere su questi punti, significa dire che la corruzione non è un danno economico, che il conflitto di interessi non è un danno alla democrazia.

Se per il PD la legalità e la democrazia non sono priorità, allora vuol dire che il PD non è di sinistra, e nemmeno destra moderata ma destra radicale, vuol dire che i suoi uomini sono come la Santanché, come la Biancofiore. 

Ma i moderati di Renzi si devono rassegnare un governo con Berlusconi, non è possibile.

Anche se il PD accetta di mettere in soffitta la legge sulla corruzione, il conflitto di interessi, un governo con il PD non è possibile, perché non si allea con un partito, ma con un padrone, che per di più non è affidabile. 

E quando c’è un padrone questi può in qualsiasi momento buttare all’aria un governo, nella massima libertà, senza che nessuno che contesti il capo, o assuma una posizione autonoma.

Il PDL è una fabbrica, e non si può fare un governo con una fabbrica che subordina la permanenza nel governo o l’adozione di provvedimenti, alla popolarità che essi producono e non all’interesse del Paese.

E ciò significa un governo instabile.

Ma Berlusconi è anche inaffidabile, lo abbiamo visto ieri, lo vediamo oggi, lo vedremo domani perché non è la politica che guida i suoi atti, ma l’interesse, l’interesse per i suoi processi, per le sue aziende.

E ciò significa un governo inaffidabile.

Ma il ritorno al governo Berlusconi significa anche caduta verticale del prestigio del Paese. Sono ancora nelle orecchie e nella mente degli italiani le risatine di scherno di Merkel e Sarkozy.

E ciò significa un governo senza prestigio, che non conta niente in Europa.

È questo l’interesse del Paese avere un governo instabile e inaffidabile, senza prestigio? È questo l’esecutivo che vogliono a Bruxelles? 

Tentare un'avventura di questo tipo per un governo siffatto è certamente una perdita di tempo, anzi qualcosa di più.

Allora meglio le elezioni anticipate? No, meglio un incarico a tempo pieno, a un politico gradito al PD e al M5S, votato dal PD e con l'appoggio esterno del movimento.

Certo c’è Grillo che si oppone, ma ci sono i parlamentari del Movimento, e molti di essi vogliono fare qualcosa per il Paese, non si rassegnano alla pura protesta. Il M5S è diventato adulto, e sta tagliando il cordone ombelicale con il suo guru. Questa è una realtà che non può esser trascurata, specie se l’alternativa è un governo con Berlusconi o le elezioni anticipate.


Leggi l'articolo completo e i commenti