Renzi dice qualcosa di sinistra, papa Francesco qualcosa di marxista. Che “cosa” sta per accadere?

par enzo sanna
venerdì 24 maggio 2013

Chi ha seguito la lunga intervista rilasciata da Matteo Renzi in occasione del Salone del libro a Torino, avrà di certo notato le differenze di toni e di argomenti rispetto al passato, persino nel giustificare criticamente alcuni suoi atteggiamenti originari. Si potrebbe sostenere che il “ragazzo” stia crescendo, non solo in età (volendo ignorare le recenti comiche foto alla Fonzie su un giornaletto di quelli specializzati nel pettegolezzo e in amenità di dubbio gusto). Verrebbe anche da ipotizzare che stia iniziando ad asfaltare la strada diretta non tanto verso il vertice del PD, quanto verso la guida di una coalizione atta a lanciare una sfida credibile per il governo del Paese. Il tempo stringe, però. Nonostante l’auspicio di tanti circa una più o meno lunga vita del governo Letta, pochi credono a questa prospettiva e ancor meno alla possibilità di metter mano alle riforme istituzionali. Sul fronte dell’economia, poi, l’ammucchiata “contro natura” delle forze politiche che appoggiano il Governo non fa sperare in grandi risultati. Forse, almeno questo è auspicabile, si riuscirà a stabilizzare la crisi evitando di far peggiorare ulteriormente i già drammatici effetti sotto gli occhi di tutti come dentro le tasche della gente, anche attraverso politiche economiche europee più sagge e meno merkeliane.

Il titolo del libro presentato da Renzi, “Oltre la rottamazione”, la dice lunga circa il cambio di strategia del Sindaco di Firenze. Incalzato dal direttore de La Stampa, Mario Calabresi, il Matteo nazionale naviga con maestria eludendo il senso delle domande, ma senza darlo a vedere. Eccolo arrivare a far autocritica circa alcune impostazioni del passato prossimo, nel tentativo di inviare una missiva non troppo scoperta nei confronti della sinistra. Il messaggio “subliminale” suona all’incirca così: cara sinistra, mi hai criticato in passato, ma se vuoi governare, devi accettare e sostenere qualcuno capace di carpire voti di destra, come già sostenuto. Sarebbe interessante conoscere l’opinione dei metalmeccanici della FIOM i quali manifestavano a Roma quasi in contemporanea. Una cosa di sinistra, però, Renzi l’ha detta, esprimendo la volontà di mandare al macero il concetto di rottamazione e indirizzare l’interesse verso la sostanza dei contenuti programmatici. Per giunta, non mancando di marcare in ogni modo la distanza da Berlusconi. Avrà fatto tesoro della lezione? Chissà!

Ma Renzi, e con lui buona parte della sinistra, viene scavalcato a piè pari da un cavallo di razza del calibro di papa Francesco. Il pontefice esprime il concetto secondo cui "il denaro deve servire, non governare", riprendendo così l’equazione marxiana secondo la quale i membri “merce/denaro/merce” sono trasformati dal capitalismo nei socialmente iniqui “denaro/merce/ più denaro” e dove la persona perde ogni dignità, trasformata essa stessa in merce. Insomma, ci voleva un papa per ricordare a tutti (la sua ospite cancelliera tedesca Merkel compresa) quanto ingiusta sia la società nella quale viviamo. Per giunta, non soddisfatto, rincara pure la dose: “È segno di crisi occuparsi di banche, se la gente muore di fame”.

Non ci s’illuda, per questo, di assistere a sfilate di parroci, sui sagrati delle chiese, impegnati a cantare a squarciagola “Bandiera rossa” (l’unico che ne mostrasse il coraggio, il mai troppo compianto Don Gallo, non è più tra noi, purtroppo). Non succederà, dunque, anche perché interviene prontamente il Cardinal Bagnasco il quale, con un colpo al cerchio e uno alla botte, facendo ricorso agli insegnamenti della millenaria scuola d’ipocrisia di cui è impregnata la burocrazia vaticana, tenta di limare le esternazioni papali un po’ troppo esplicite.

Sarebbe sconveniente, peraltro, assistere a una sinistra scavalcata da un papa proprio sui valori che dovrebbero esserle più cari, genetici. Chissà se Renzi, in una prossima edizione del suo libro, vorrà far propri certi concetti e, di conseguenza, impegnarsi ad attuare le conseguenti politiche. Le premesse sembrerebbero esserci, seppur “in vitro”. Speriamo in bene.

Intanto, credenti e non credenti si godano un papa all’apparenza sincero nel sostenere quanto segue, alla faccia di Bagnasco: “Questa è una crisi dell’uomo, che distrugge l’uomo. Nella vita pubblica se non c’è l’etica tutto è possibile, tutto si può fare…”.

Amen, verrebbe da sussurrare, ma con spirito dubbioso; sino ad ora le burocrazie hanno sempre vinto, siano esse quelle vaticane o democristiane, come quelle comuniste e, oggi, la più nuova in apparenza, tra le più vecchie nella sostanza: il grillismo. Che cosa accadrà ora?


Leggi l'articolo completo e i commenti