Renzi, di’ una cosa di sinistra!

par Filippo Cusumano
venerdì 2 novembre 2012

Forse per la prima volta nella storia della nostra Repubblica stiamo per assistere ad una contesa elettorale in cui si dibatterà molto meno che nelle precedenti della posizione dei contendenti nel campo di gioco.

Destra, sinistra, centro una volta erano riferimenti precisi, usare una di queste espressioni equivaleva a prefigurare azioni, programmi e valori precisi, ben individuati.

Non è più così.


E il segno di quanto sia cambiata la situazione, per esempio, sta nei messaggio che Matteo Renzi, candidato alle primarie della coalizione di sinistra, sta lanciando all'elettorato di destra.

Premesso che destra e sinistra sono diventate etichette dai confini sbiaditi, causa la grande omologazione delle "ricette" praticabili in un contesto vincolato come il nostro, penso che almeno un bivio si presenti a chi voglia fare delle scelte politiche: essere dalla parte di chi pensa che "égalitè" e "fraternitè" siano ancora valori irrinunciabili oppure fare il tifo per quelli che - come Berlusconi nel suo discorso del "passo indietro" - le liquidano come "vecchie ideologie egualitarie e solidariste" da spazzare via.

Ecco, io penso che qui debba esserci chiarezza. Il candidato della sinistra non deve solo battersi per far finire sprechi, ruberie, corruzione, evasione fiscale, non deve solo presentare le sue ricette per il rilancio dell'economia e dell'occupazione.

Deve anche essere preciso, concreto e convincente nel dirci se e come intende battersi per tutelare eguaglianza (intesa come pari opportunità per tutti) e solidarietà (intesa come tutela dei più deboli). Chi si presenta alle primarie del Pd fa benissimo a coltivare l'ambizione di trascinare dalla sua parte l'elettorato "altrui" (è così che in genere si vincono le elezioni). Ma deve farlo non rinunciando alla centralità di alcuni valori.

Pena la perdita a sinistra di ciò che guadagna a destra.

Perché chi ritiene irrinunciabili i valori dell'uguagliaza e della solidarietà, vorrebbe evitare di trovarsi nei prossimi anni a gridare al premier Renzi, come faceva Nanni Moretti con D'Alema: "Matteo, fa qualcosa di sinistra!"


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