Renzi abbaglia l’Europa

par paolo
giovedì 3 luglio 2014

Con il discorso inaugurale di Matteo Renzi al Parlamento Europeo, si apre ufficialmente il semestre di Presidenza italiano. La seduta si è aperta con l'esecuzione, da parte della Filarmonica di Strasburgo, dell'Inno alla gioia di Beethoven, con i deputati dell'UKIP di Farage a mostrare le terga in segno di disapprovazione.

Diciamo subito che Renzi è stato bravo, anzi bravissimo. Per essere un debuttante, di fronte ad un consesso internazionale di vecchi marpioni, non solo ha mostrato sicurezza ma ha anche impresso un chiaro segnale di quello che sarà, o meglio potrebbe essere, la strategia italiana nei prossimi mesi.

Diciotto minuti di discorso a braccio nei quali Renzi ha volutamente e dichiaratamente evitato di toccare argomenti economico-finanziari, per concentrarsi sulle radici culturali greco-romane, passando da Sofocle a Leonardo Da Vinci, sul ruolo guida che deve avere l'Europa nel mondo. Una nuova Europa che dovrà sorgere sulla spinta di una generazione, che lui ha chiamato "generazione Telemaco", che dovrà essere il motore di rinnovamento per superare lo status attuale, fatto soltanto di equilibri economico-finanziari, ma per dare un grande respiro internazionale, di integrazione sociale tra i vari paesi, di politica estera unitaria con particolare riferimento all'area mediterranea e ai suoi aspetti critici, di impegni più cogenti per aumentare il benessere dei cittadini della comunità. "Crescita", questa è stata la parola magica che individua l'obiettivo primario della presidenza italiana .

Naturalmente, e qui è anche la novità e per certi aspetti l'abilità con la quale Renzi sa catturare il consenso della platea di ascoltatori, ha ribadito che l'Italia, che è tra i maggiori paesi un finanziatore netto della comunità, ripetuto in due passaggi successivi tanto per stigmatizzare certi pregiudizi sul nostro Paese, rispetterà i patti e procederà alle riforme necessarie, non perché ce lo chiede la UE, ma perché ce lo hanno chiesto gli italiani che hanno votato, con il consenso più largo in Europa (nota di autocompiacimento legittimo), il PD. Applausi.

Dunque un Renzi scorrevole, efficace e deciso, insomma un Renzi abbagliante. Applausi calorosi da parte di tutto il Parlamento ad esclusione degli euroscettici. Freddi quelli di Farage, malgrado Renzi abbia accennato al fatto che una Europa senza Regno Unito sarebbe una Europa minor, freddi i Leghisti e freddi anche i pentastellati, sui quali ultimi grava la "genialata" di Beppe Grillo che ha dichiarato: "L' Europa è fallita, l'inno alla gioia l'hanno usato pure Hitler e Mao e i più grandi Killer della storia...", e ancora un'altra perla di saggezza rivolta agli europei: "Non date soldi all'Italia perché finiscono in regioni come Sicilia, Calabria e Campania...nelle tasche di mafiosi e camorristi".

La prossima traversata dello stretto di Sicilia, io fossi Beppe la farei a bordo di una fregata della Marina Militare. Beppe sempre di più si dimostra il problema e non la risorsa del M5S .

Tutto bene dunque? Sul piano delle premesse e delle promesse senz'altro sì, rimane il dubbio sull'attitudine del "riformino" Renzi nel rispettarle. Lui è un fantastico incantatore, sa addomesticare il prossimo come il diavolo, offre effetti speciali che riempiono gli occhi di gioia di chi lo ascolta, ma poi? E sì perché se questo ambizioso e abile "rottamatore" che vuole "cambiare", non solo l'Italia, ma l'intera Europa, deve porre rimedio al suo piccolo difettuccio di traslare l'esecuzione dei suoi impegni, oppure di diluirne i contenuti al punto tale che diventano del tutto stravolti o "ininfluenti".

Basta fare il "Fact Checking" al suo "Jobs Act" (anglicismi a gogò),ovvero quello che ha prodotto in quattro mesi, dopo aver promesso riforme a scadenze settimanali. A parte i famigerati 80 euro ai fortunati che li ricevono e già risucchiati da imposte e bolli spalmati su tutti, pensionati in primis, di altro si vede poco o nulla e con poco edificanti sorprese del tipo "il ripristino dell'immunità" nel nuovo Senato, zeppo di amministratori locali che non sono proprio la categoria da prendere come esempio di moralità e onestà.

Adesso i renziani "docg" la butteranno su un Renzi rigoroso e pragmatico, un Renzi che dice pane al pane e vino al vino, che lancia il segnale ad Angela Merkel "mezza avvisata, mezza salvata", un efficentista deciso a imprimere una svolta rivoluzionaria nel vecchio continente. Gli scettici, soprattutto quelli nostrani, diranno che se fa per l'Europa quello che sta facendo in termini di riforme per l'Italia,i vari Merkel, Barroso, Junker e compagnia bella possono dormire sonni tranquilli. Sarà un venticello brioso che spazza le nuvole, ma poi tornerà a piovere esattamente come prima, forse più di prima.

Comunque la pensiate una cosa dobbiamo riconoscerla: abbiamo un premier da Oscar della comunicazione. Dopo lo sballo erotico farsesco con Berlusconi, l'appisolamento con Monti e la narcosi con Letta, finalmente uno che sfoggia un repertorio da "luci della ribalta".

Foto: Pixabay

 


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