Renzi, Grillo, Berlusconi: il "triello" finale!

par paolo
martedì 9 aprile 2013

L'arte italica di inguaiarsi sta per compiere il capolavoro, l'opera omnia più demenziale della propria tormentata storia politica.

A pensarci bene neanche un grande scrittore di fantascienza come Isaac Asimov avrebbe mai immaginato il destino crudele che sta per ingoiarci. Il grande scrittore che ha concepito crolli di galassie, mondi ingoiati in tunnel spazio-temporali e le catastrofi cosmologiche più devastanti, non si sarebbe spinto a tanto. Insomma anche la fantasia ha un limite.

Eppure a breve, questione di mesi se non di giorni, gli italici potrebbero trovarsi di fronte ad una scelta politica tra questi tre personaggi in cerca d'autore: Matteo Renzi, Beppe Grillo e Silvio Berlusconi. Uso il condizionale ma forse avrei potuto dire "si troveranno" davanti a questa scelta per stabilire a chi affidare le sorti del Paese. Sia chiaro che ogni popolo è padrone del proprio destino, ma ditemi chi si sarebbe immaginato una cosa del genere, ovvero affidare il proprio futuro ad un "triello" di tal fatta.

Questo è quello che sta per passare il convento a meno che non si concretizzi l'ennesimo connubio immondo che va sotto il nome di "governo di scopo", ovvero il sodalizio a tempo, non è dato sapere chi, tra gli orfani di Pierluigi Bersani, l'agnello sacrificale di turno, e "la peggio società" idealizzata nel cavaliere di Arcore.

Una volta eletto il nuovo Presidente della Repubblica, probabile entro il 20 Aprile e sul quale si eserciteranno le rispettive manovre di convergenza, la via sarà solo e soltanto quella, nient'altro. La segreteria del PD, con i venti in poppa che soffiano dalla parte dei margheritini, eterni maestri dell'inciuciaggio, in combinazione con il duo magistrale D'Alema e Veltroni, stanno preparandosi al grande passo.

Dopo lo scontato Matteo Renzi, Dario Franceschini è stato chiaro e lapidario: "Chiuso con Grillo, dobbiamo trattare col Cavaliere, è l'unica scelta che ci resta". Il problema adesso è farlo capire agli elettori ed evitare che il terzo incomodo, ovvero Grillo, cavalcando il fattaccio, si freghi le mani e gonfi il petto a dismisura. Vedo già il Beppe in brodo di giuggiole: "Ve l'avevo detto che questi ladri di polli si sarebero rimessi insieme!". E giù a martellare con il suo blog sommerso di "clic" e tanti soldini sonanti che entrano nelle sue casse. E i grillini che dai banchi grideranno "al ladro, al ladro..", fischi e lazzi che neanche i leghisti col cappio della prima ora si sarebbero immaginati.

Comunque ora è il momento del sano realismo e Franceschini, uno statista, ribadisce: "...ci piaccia o no, gli italiani di destra hanno scelto ancora Silvio Berlusconi...". (Ma pensa un po'...) e ancora: "Il nostro non è un accordo di governo, è un esecutivo di transizione per fare...".

Già per fare che? La riforma elettorale? Quale, quella di Silvio inclusa nel pacchetto degli otto punti che comprende anche la "riforma della giustizia" secondo l'elaborato dell'avvocato Ghedini? Oppure il conflitto di interessi secondo Silvio? La legge sulla corruzione e l'ineleggibilità dei condannati (anche prescritti)? Ma se non sono riusciti a combinare una mazza in oltre un anno sotto l'ombrello di Mario Monti, perché dovrebbero riuscirci ora? Forse per la strizza di avere il fiato sul collo di Beppe Grillo? Ma forse una soluzione c'è, quella di dire che quelli non sono i problemi urgenti del Paese e buttarla genericamente sull'emergenza economica, come se non fossero la vera emergenza nazionale, la madre di tutte le emergenze. Staremo a vedere.

Lo vedremo, dopo l'elezione del nuovo presidente che avrà pieni poteri, compreso quello di sciogliere le Camere, quando sarà concessa al povero Pierluigi, pugnalato alle spalle dal sindaco di Firenze che lo aveva baciato al termine delle primarie (il bacio di Giuda), la chance ("porco boia, ragassi!") di presentarsi alle Camere per chiedere la fiducia. Scontato che non avrà quella del M5S dopo l'ennesimo diktat del guru genovese alle proprie truppe cammellate, il pallino sarà nelle mani di Silvio che, statene certi, chiederà un prezzo altissimo. Fossi Ilda Boccassini comincerei a preparare le valigie, destinazione ignota.

Se ciò non dovesse avvenire, ma temo che sia la soluzione più probabile almeno nell'immediato, l'alternativa unica è quella del ritorno alle elezioni, addirittura nel mese di giugno. A quel punto, ipotesi che comunque si materializzerà in futuro, gli italiani si troveranno a dover scegliere (a parte chi si astiene, che prevedo in aumento) Beppe Grillo, comico strombazzante che ci propone "la democrazia liquida" sul web, Matteo Renzi, ovvero il tutto riempito del niente che sta nella sinistra come cavallo di troia della destra e l'eterno, immarcescibile, indistruttibile, lui, forse immortale Silvio Berlusconi, lo scrigno dei sogni degli italiani che hanno perso il senso della dignità.

E adesso cercate di essere ottimisti.

 

 


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