Rémi Fraisse morto a 21 anni nei boschi per difendere la Natura

par Doriana Goracci
martedì 4 novembre 2014

 

 

 
Come si fa a stare in silenzio e pensare che non ci riguarda? Rémi Fraisse, 21enne studente di Tolosa, con il suo zaino in spalla, senza casco e a mani nude, insieme ad altre migliaia di persone di ogni età (ecologiste, ambientaliste e sane mentalmente), ha pensato bene di “consumare” il suo tempo nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2014 a Testet, in Francia, nei pressi del cantiere della diga di Sivens, stando con i manifestanti che si oppongono alla costruzione di un enorme lago artificiale da 1,5 milioni di metri cubi d’acqua che sulla carta dovrebbe servire a irrigare le terre confinanti, ma secondo gli oppositori favorirebbe solo i proprietari terrieri che sviluppano agricoltura intensiva, provocando la distruzione di un habitat naturale che ospita decine di specie protette: ha perso la vita durante gli scontri con la polizia mentre protestava. Colpa di una granata offensiva, tanto che sono state trovate, sui vestiti di Rémi, tracce di Tnt.

Viene definita ZAD, zone à defendre, ossia zona da difendere e sabato 25 ottobre è tutto cominciato verso le 16 del pomeriggio quando ci sono stati i primi feriti tra i manifestanti. Cinque di loro, infatti, sono finiti in ospedale. Durante la notte, la polizia ha cominciato a gettare lacrimogeni ad altezza uomo e granate. Nella confusione creatasi dopo un lancio intensivo di questo materiale, i testimoni raccontano di aver viso un plotone della polizia avanzare per raccogliere una persona da terra. Era Rémi Fraisse, morto, e il corpo è stato preso subito dai poliziotti.

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Jean-Pierre, il padre di Rémi, ha detto che suo figlio non era un violento e non era uno degli irriducibili, non era assolutamente un delinquente, ma semplicemente un ragazzo che era molto sensibile alle tematiche ambientali. Inoltre, il genitore ci ha tenuto a precisare che Rémi era andato lì senza casco e a mani nude: “Mio figlio era solo un ragazzo. Che sentiva quella causa come sua. È arrivato non preparato, senza casco, niente che lo proteggesse. Gli avevo chiesto di fare attenzione, di essere prudente…”

Ho appreso la notizia da Il Post, così: in Francia il partito socialista e i Verdi sono entrati in contrasto a causa delle polemiche seguite alla morte di un manifestante. Rémi Fraisse è stato colpito da una granata durante gli scontri con le forze di sicurezza presso il cantiere di una diga nel sud-ovest della Francia.

Si è appreso da un primo responso dall’autopsia che «il giovane è morto per un esplosione, così forte da buttarlo al suolo violentemente», ha spiegato senza rispondere alle domande il magistrato che si occupa del caso: «Secondo il medico legale la morte è stata istantanea. In questo momento non possiamo né confermare né smentire, sulla base delle lesioni riportate, se l’origine delle ferite sia una granata lanciata dalla zona dove si erano schierati i poliziotti», ha continuato il procuratore: «Bisogna per questo attendere nuove analisi che saranno effettuate dalla polizia scientifica di Toulouse». Tutta la mia solidarietà, senza confini.
 


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