Regione Campania: il secondo stipendio dei consiglieri. Rimborsate sigarette, alcolici e tinture per capelli

par Francesco Finucci
giovedì 4 luglio 2013

Due milioni di euro bruciati in ristoranti, giocattoli e cialde. Un sistema che ha spinto la Procura di Napoli a spedire inviti di comparizione per 53 consiglieri ed ex-consiglieri della regione Campania. Il reato ipotizzato è quello di peculato, un vero e proprio “secondo stipendio” finito in spese strettamente personali.

La Regione Campania trema sull'onda della nuovo filone scoperto dalle fiamme gialle. Sarebbero 53 i consiglieri ed ex-consiglieri accusati di peculato, a fronte delle spese rimborsate loro durante il periodo in carica (57 il complessivo degli indagati).

A spartirsi le responsabilità politiche IDV (95% di rimborsi sospetti) PDL (89%), PD (82%) e UDC (65%), ma anche partiti ormai semiscomparsi dallo scenario nazionale, come Nuovo PSI (91%) e UDEUR (95%). Ora dovranno chiarire di fronte alle autorità il perché di tali spese, ma già si parla di un “secondo stipendio” da duemila euro al mese – esentasse – atto a coprire durante il triennio 2010-2012 una serie di acquisti relativamente imbarazzanti (giochi, alcolici, ristoranti, ma anche cialde e sigarette).

Un'inchiesta che, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco, rischia di far saltare la Regione e soprattutto quel minimo di consenso e rapporto con i cittadini che almeno la politica locale dovrebbe saper assicurare. Lo scenario apertosi sembra somigliare in maniera sempre più preoccupante a quello presentatosi in altre regioni, dove i controlli sono meno stringenti e la visibilità dei partiti minore.

Certo, ad una prima occhiata alle spese rimborsate la ratio di sostenere i gruppi consiliari nella loro attività giornaliera sembra venire rapidamente meno: passi l'allestimento di siti web, passino anche i giornali (in fondo un po' di rassegna serve anche ai politici); difficile invece che esca dalla memoria dei cittadini – ed elettori – quella spesa segnalata dalla Stampa per necessità stringenti di partito come occhiali da vista, sigarette, cialde per il caffè e tinture per capelli.

Il presidente Caldoro sembrerebbe fuori dai circolo non invidiabile degli indagati, ma resta lo spettacolo poco edificante di un coinvolgimento bipartisan, fatto che di certo inciderà sui prossimi eventi alla Regione. La cifra esatta oscilla dal milione e mezzo di euro ai due milioni e mezzo, ma non sorprenderà se i cittadini campani avranno poca considerazione di tali inezie.

Più arduo sarà invece determinare lo scopo di tali rimborsi, anche in considerazione del fatto che le spese di questo tipo non necessitano di giustificativi (scontrini, ricevute, fatture). Starà dunque ai partiti gestire al proprio interno lo scandalo subito, in special modo laddove si tratti di partiti presenti in parlamento, e quindi nello scenario politico nazionale.


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