Referendum sul nucleare: l’imperativo morale è votare sì!

par Giuseppe Caglioti
martedì 7 giugno 2011

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I nuclearisti lo sbandierano ai quattro venti, lo dicono in continuazione come un disco rotto che l’Italia ha bisogno del nucleare altrimenti sarà per sempre dipendente da fornitori esteri. Gli ambientalisti, d’altro canto, dicono che le centrali nucleari in Italia saranno efficaci sul piano dei costi solo dopo un ventennio; in più, ci sarebbe il problema delle scorie da gestire, così come della sicurezza dei territori interessati da installazioni nucleari in caso di grandi cataclismi, incidenti o attacchi terroristici.

È inutile dire che gli ambientalisti, da un punto di vista della sicurezza, sostengono un punto di vista condivisibile e sensato, specialmente quando si pensa a Chernobyl o, ancora peggio, a Fukushima.

Intendo qui dimostrare sulla base di semplici osservazioni che i nuclearisti sono, in buona parte, in malafede, mentre gli ambientalisti possono essere un po’ pressappochisti alle volte.

Partendo da questi ultimi, voglio dirgli che, senza una gestione al ribasso dei consumi, non si andrà molto lontano. Intendo dire che, anziché parlare solo di rinnovabili, dovrebbero iniziare altresì a sensibilizzare e a educare la popolazione ad un’adeguata gestione dei consumi. In breve, bisogna dimezzare i consumi a tutti i costi. Il punto è come farlo!

L’altra sera, nella nota trasmissione del giovedì – che, pur giudicandola faziosa, ha il pregio di non compiacere il princeps e di dire cose che gli altri non dicono - qualcuno, sostenendo il nucleare, ha detto che in Italia, nei periodi invernali, alle 19, c’è il picco dei consumi giacché il Paese ricorre alla luce artificiale e solo con le rinnovabili, allo stato in cui sono, e le “classiche” fonti non si arriverà mai a colmare tale picco. Nessuno tra i grandi sapientoni di entrambe le parti è intervenuto con qualcosa di costruttivo, ma tutti hanno continuato a dire le stesse medesime cose di sempre, senza fornire una soluzione, seppur ipotetica, al problema.

Dunque, come abbattere il picco dei consumi?

Lo si abbatte innanzitutto con una politica capillare e radicale della gestione dei consumi, in particolare iniziando ad intervenire proprio dove c’è il picco massimo, ossia tutti i Comuni del Paese dovrebbero provvedere a breve, in modo capillare e pressoché totale, alla sostituzione delle lampadine energivore della pubblica illuminazione sostituendole con lampadine a led o, dove possibile, con lampioni autoalimentati da pannelli fotovoltaici, come già si vedono in alcuni nostri parchi pubblici; in più, il governo dovrebbe agire sulla gestione dei consumi privati; anche qui urge eliminare al più presto le classiche lampadine e sostituirle con impianti a led o semplici lampade a basso consumo, che abbassano i consumi di molto. È necessario anche agire sull’uso degli elettrodomestici, anch’essi grandi divoratori di energia, utilizzando e promuovendo solo elettrodomestici a basso consumo - magari anche con incentivi; e nel caso di abitazioni alimentate con energia prodotta da pannelli fotovoltaici, utilizzarli solo nelle ore del giorno. Come ben si sa, è vero che il Sole di notte non c’è, ma è anche vero che i consumi di notte scendono, specialmente quelli nelle abitazioni private.

Come ben vedete, le soluzioni al problema del “picco energivoro” ci potrebbero essere, ma nessuno, dalla sempre presente gallina saccente o al pinkopallino di turno, si è guardato bene dal parlarne, qualcuno per chiari motivi di ignoranza, qualcuno per vera e propria slealtà – come ho già detto. Perché accuso buona parte dei nuclearisti, sia politici e non, di essere in malafede? Beh, i motivi sono moltissimi, ma alcuni sono proprio lapalissiani: in primis, non fanno nulla, assolutamente niente di niente, per portare avanti politiche che abbassino i consumi, come le succitate, ergo, visto che i consumi li paghiamo noi e arricchiamo perciò sempre di più le multinazionali dell’energia, essi, non facendo nulla contro i consumi, sono palesemente schierati con le lobbies; in secundis, che cosa ci guadagna una “parolaia” ad andare in televisione a parlare di nucleare? Scusate, sembrerà banale, ma io faccio fatica a vederla nelle vesti di una benefattrice dell’umanità! Così come non riesco a vedere ciò neanche nel suo padrone! Lo dico per l’ennesima volta: nel 2010, B. ha percepito 118mln di dividendi probabilmente anche da aziende legate all’energia. In ultimis, andate a controllare quanti azionisti hanno tra i nostri politici le suddette aziende e non; quanti figli, rampolli, clientes delle loro “cricche” hanno accasato lì dentro come dirigenti e quadri.

Explicitis verbis, costoro sono maledettamente falsi perché non forniscono nessuna soluzione al problema cruciale, ossia a quello dei consumi; vogliono che continuiamo a consumare per arricchire le “loro” Multinazionali; per ora comprando l’energia dai francesi e rivendendocela maggiorata, più in là, dopo aver lucrato a dovere sulla costruzione delle centrali nucleari, fornendoci quella prodotta da loro.

Qualche giorno fa Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo nel quale si sosteneva che fra 2 o 3 anni il fotovoltaico sarà la fonte di energia più conveniente, anche senza incentivi, ma vorrei anche sottolineare come per qualcuno lo è già, in quanto, con circa 36 mq di pannelli fotovoltaici, ha abbattuto la bolletta della luce e del gas. Certo, ha dovuto investire una sommetta o fare un piccolo mutuo, ma a differenza dell’acquisto di un’automobile, non è un investimento a perdere, perché, quando si è finito di pagare il piccolo prestito necessario all’impianto, l’energia prodotta sarà libera da costi, eccettuati quelli da manutenzione dell’impianto. C’è chi lo ha fatto, e sarebbe bello vedere un servizio su una casa “stand alone” o quasi, per tappare la bocca a quanti dicono che il nucleare sia la soluzione ai problemi energetici.

I bassi consumi, l’incremento della ricerca volta a produrre congegni che consumano sempre meno e la politica onesta che faccia gli interessi economici di quelli che le hanno dato il mandato di tale ruolo sono la risposta ai problemi energetici, non le teorie di alcuni “ricottari”, e ribadisco che sono pure in malafede, per giunta.

Al referendum l’imperativo morale è votare sì, sia per dire no al nucleare ed esercitare la nostra libertà di vivere in un mondo migliore, sia per iniziare a limitare il potere delle lobbies, votando anche due volte sì per fargli togliere le mani dalle acque e dai servizi pubblici. Dulcis in fundo, un ultimo sì per far tacere il “dittatorello” presuntuoso e la sua corte di pappagalli e “papponi”.

È tempo di cambiare rotta!


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