Referendum elettorale: che fare?

par Riciard
mercoledì 13 maggio 2009

Il signor Calderoli, firmando quella sua legge che altro nomignolo non poteva avere se non "porcellum", ci ha messo nei guai, e doppiamente. Una prima volta perchè ha fatto svolgere le elezioni con una legge che lui stesso ha definito "porcata", ed una seconda per la questione referendum.

Leggo Pancho Pardi, di cui ho sempre avuto stima, sbracciarsi e gridare ai quattro venti di non andare a votare, boicottare il referendum. Detto da uno che proviene dai girotondi, ma ancora di più, dal social forum fiorentino, dall’idea che si debba partecipare, è quantomeno strano.

Il motivo è molto semplice: raggiunto il quorum , una vittoria del sì non porterebbe ad una nuova discussione della legge elettorale, ma alla sua applicabilità, facendoci cadere da un porcellum alla brace. Il referendum si propone non come abrogativo della legge, ma come abrogativo di tre sue parti, andando a porre dei cambiamenti assurdi a una legge assurda già in partenza.

In pratica con una vittoria del Sì, ed un porcellum rafforzato, un qualsiasi partito, che superi lo sbarramento del 4%, e che ottenga la più alta soglia di voti (non la maggioranza dei voti), si porterebbe a casa il 55% dei seggi. Quindi, per fare un esempio, un partito come Forza Italia, che alle elezioni del 2006 era il primo partito con il 23% dei voti, potrebbe governare da solo.
Ciò implica che il Pdl potrebbe governare da solo, senza Lega, con una maggioranza ancora più coesa, pur non rappresentando la maggioranza del paese.
Lo stesso vale per il Pd, ma dubito che possa risorgere all’improvviso e divenire il partito più votato d’Italia (sento ridere dal fondo della platea)

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A fare riflettere è che le stesse cose le scrive Paolo Guzzanti. Ormai anti berlusconiano, si sa, ma del tutto concentrato sul suo centrodestrismo (a dimostrazione che si può essere di destra anche senza essere berlusconiani).


Fa riflettere, allo stesso tempo, che Franceschini parli di andare a votare e votare Sì.

A notare il problema è stata la stessa Corte Costituzionale, per quanto non interpellata ufficialmente, sottolineando semplicemente il rischio dell’eventuale legge partorita dal referendum: "L’impossibilità di dare, in questa sede, un giudizio anticipato di legittimità costituzionale non esime tuttavia questa Corte dal dovere di segnalare al Parlamento l’esigenza di considerare con attenzione gli aspetti problematici di una legislazione che non subordina l’attribuzione del premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia minima di voti e/o di seggi (...)"

Sia Pancho che Guzzanti vanno avanti e mostrano un futuro prevedibile: referendum che raggiunge il quorum, sì che passa, legge porcellum rafforzata, il governo, in un modo o nell’altro cade volontariamente, elezioni anticipate, vince il Pdl da solo e cambia la costituzione, facendo approdare l’Italietta a un bel presidenzialismo senza alcuna garanzia democratica, che lasci il parlamento in un ruolo di secondo ordine.


Lasciamo da parte questo scenario probabile, ma ugualmente non accertabile. E pensiamo.
Cosa fare quel giorno, qual è l’azione veramente democratica?
Mi ci sbattezzo non riuscendo a capire come possa esserlo il NON andare a votare. Secondo Pardi: "Far mancare il quorum non è manifestazione di indifferenza. E’ difesa attiva della democrazia.". Io non riesco a dire la stessa cosa, e tuttavia mi accorgo di avere le mani legate.

Rimane Di Pietro. Per quanto uno dei suoi delfini, Pardi, appunto, si sbracci e gridi di non andare a votare, lui dice di sì, si deve andare a votare, e si deve votare sì. Ma, ovviamente, mette dei paletti: "Per noi vige l’equazione: si al referendum = eliminazione dell’attuale legge elettorale che, ricordo, gli stessi autori hanno definito “porcellum” (...) Ribadisco il sì ai quesiti referendari poiché rispetto le 850 mila firme dei cittadini, ma vorrei sapere dalle altre forze politiche le loro intenzioni sulla riforma della legge elettorale vigente. Se l’intento è partire dal referendum per cambiare il “porcellum”, l’Italia dei Valori è pronta a votare sì. Se l’intenzione è quella di usare strumentalmente le firme dei cittadini per avviare un processo di revisione che si concluda con un “porcellum II la soluzione finale” e con l’eliminazione dei partiti di opposizione, allora questo non lo accetteremo."

E pensare che io sono proporzionalista convinto...


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