Referendum egiziano, secondo turno e polemiche infinite
par Enrico Campofreda
sabato 22 dicembre 2012
La settimana fra il primo e secondo turno del Referendum della contestata Costituzione egiziana è trascorsa fra opposte rivendicazioni e un martedì di protesta sottotono. Il Supremo Consiglio Elettorale ha scelto il silenzio e non ha finora fornito i dati ufficiali del voto del 15 dicembre per non influenzare l’odierna consultazione nelle restanti 17 province. Così sono rimaste inverificati i dati che attribuivano il 56.5% al sì nei 10 governatorati scrutinati (in cui c’erano Il Cairo, Alessandria, Suez), mentre l’opposizione a Mursi continua a sostenere che il dissenso alla Carta costituzionale s’attesta sul 66%. Tesi contrapposte e nulla più, sarà necessaria l’ufficializzazione del voto. Restano le denunce d’illeciti, come il divieto di accesso a molti seggi opposto da esponenti islamici ad Associazioni per i Diritti Civili, su cui dovrebbe pronunciarsi la magistratura. Le valutazioni politiche hanno raccolto giustificazioni a quello che è apparso come un flop dell’opposizione: la scarsa partecipazione alla manifestazione di martedì, indetta ancora una volta a Tahrir.
I commenti al vetriolo della Fratellanza hanno insistito sullo svuotamento del sostegno a una protesta “pretestuosa e opportunista, rivolta a far rientrare sulla scena nazionale feloul come ElBaradei e Moussa”. Inoltre non s’è spenta l’eco polemica attorno alla notizia, circolata nei giorni dei sanguinosi scontri attorno al palazzo di Al-Ittihadiya e mai smentita, che accusava i due leader del Fronte di Salvezza Nazionale assieme a esponenti della sinistra riformista come Sabbahi, d’aver incontrato in quelle ore alcuni finanzieri nostalgici di Mubarak nello studio d’un noto avvocato sostenitore del raìs.
Insomma anche su questo episodio i due fronti propongono interpretazioni soggettive e contrapposte. “Una nazione che necessita di stabilità e ripresa” è il princìpio normalizzatore su cui si concentra la propaganda del Partito della Libertà e Giustizia che trova comunque seguito non solo fra gli attivisti della sua parte.