Referendum 12 e 13 giugno: uomini, ominicchi e quaquaraquĆ 

par Fabrizio Vinci
sabato 11 giugno 2011

Chi davvero non sopporto sono quanti incitano ad andare al mare o ai monti o al non voto, ben consci di farlo con furbesca malignità e con altre finalità. Questi non sono "uomini", se ancora fosse presente Sciascia, li definerebbe "ominicchi", oppure "quaquaraquà".

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Domenica e lunedì si vota: questo dovrebbe valere per tutti. Non sembrano infatti questioni secondarie, il problema dell'acqua, quello del nucleare o il principio sacrosanto che la legge debba essere uguale per tutti (legittimo impedimento). Chi ancora non si è fatto un'opinione se la dovrebbe quindi fare nel più breve tempo possibile.

Non credo infatti ci possano essere persone disinteressate ai quesiti. Il prevalere di una scelta o dell'altra può interessare e riguarda la vita di ognuno, quella presente come quella futura. E' proprio per questo che non comprendo chi professa l'astensione. Mi sembra un rifiuto alle scelte, ad ogni decisione, alla responsabilità, a volte persino coerenza. Dica quindi ognuno un sì o un no, ma lo dica con onestà. E' solo questo in fondo che si chiede.
 
Chi davvero non sopporto sono quanti incitano ad andare al mare o ai monti o al non voto, ben consci di farlo con furbesca malignità e con altre finalità. Di certo questi individui non pensano ai problemi o alla loro soluzione, ma solo ed sclusivamente al proprio interesse personale o politico, al proprio angusto orticello. Questi non sono "uomini", se ancora fosse presente Sciascia, li definerebbe "ominicchi", oppure "quaquaraquà".
 
Ivan Zatti, Iseo (Brescia)

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