Reddito di cittadinanza: una cagata pazzesca

par Emilia Urso Anfuso
venerdì 26 aprile 2019

Ora che i giochi sono praticamente fatti, si iniziano a delineare le criticità sul reddito di cittadinanza. L’unica persona a cantare vittoria è il neo presidente dell’INPS – Pasquale Tridico – che ne è anche l’ispiratore.

Tridico, dal suo punto di vista, ritiene essere un successo il fatto che siano state presentate 900.000 domande. Non accenna però al fatto che le domande bocciate rappresentino il 25% del totale e nemmeno che i destinatari effettivi del sussidio non saranno superiori ai 675.000 nuclei familiari.

A suo parere, peraltro, rappresenterebbe un successo anche il fatto che saranno risparmiati un bel po’ di euro, si parla da uno a due miliardi se non addirittura di più.

Insomma: l’insuccesso presentato come successo. Metodo ormai utilizzato da chi non intende ammettere di aver sbagliato e perso.

E' bene, infatti, considerare una cosa: se viene stanziata una cifra per un provvedimento a sostegno del reddito, e questa cifra è superiore alle previsioni di chi ha varato la misura in questione, il fallimento è dato proprio dal fatto che non si è stati in grado di valutare attentamente, e preventivamente, i costi reali di quella che fu presentata come “La soluzione alla povertà”.

Non basta: quando fu approvato il DEF, l’Italia ha subito uno scossone non di poco conto, perché l’aver deciso di aumentare il debito per far cassa non ha certo fatto del bene – in senso generale – all’immagine della nazione, alla stabilità dei conti, alla tenuta entro limiti accettabili dello spread.

Ovviamente non è tutto. Al di là degli aspetti economici della questione, bisogna valutare l’impatto che l’avvio del sussidio di cittadinanza sta avendo su coloro che sono rientrati tra i beneficiari.

Di Maio e Tridico non hanno mai spiegato bene il funzionamento del sussidio, limitandosi a sparare a spron battuto dichiarazioni-mantra che hanno fatto ritenere, a molti, che la cifra sarebbe stata quella promessa: 780 euro.

Nossignori: è necessario stabilire i redditi dell’intero nucleo familiare e non del singolo richiedente, e a parte questo, eventuali altri sostegni economici – come Naspi e assegni di invalidità – vengono sottratti dalla cifra massima. Di conseguenza, ciò che sta accadendo, è che molti – forniti già di card magnetica su cui saranno versati gli oboli di Stato – non riceveranno la cifra dichiarata, ma il conguaglio tra ciò che già si percepisce e la cifra massima di 780 euro. Secondo dati diffusi dall'INPS il 7,4%, percepirà tra 40-50 euro, per il 71% l’importo sarà dai 300 euro in su e il 5,4% oltre i 1.000 euro.

Su 472.970 domande accolte, per 61mila destinatari l’importo arriva a malapena a 100 euro, altri 40mila circa percepiranno tra 100 e 200 euro mensili, e altri 34mila incasseranno tra i 200 e i 300 euro. Hanno cancellato la povertà? No. Hanno turlupinato chi ci ha creduto alle promesse elettorali.

Perché queste cifre? Un esempio esplicativo: se chi ha chiesto il reddito di cittadinanza, ha nel nucleo familiare una persona disabile che percepisce l’assegno di invalidità, un altro componente è destinatario di Naspi, ecco che l’importo che sarà assegnato non arriverà mai agli agognati 780 euro, ma all’importo detratto degli altri sussidi che si ricevono. In estrema sintesi: si riceve l’integrazione fino a raggiungere la somma spettante di reddito di cittadinanza, calcolato sui redditi e sugli altri parametri e criteri stabiliti per legge. Il sussidio, infatti, viene corrisposto al nucleo familiare, non al richiedente.

Mi auguro che sia ormai chiaro a tutti: nessuno ha ancora scovato la “soluzione alla povertà” e nemmeno quella per sconfiggere la disoccupazione. Si chiama propaganda politica, e funziona da sempre alla stessa maniera: si promette qualcosa che si sa bene di non poter realizzare. I cittadini, stufi di una situazione ormai aberrante, cadono affascinanti dalla speranza che giunga una soluzione alle problematiche che li assillano.

Si realizza la promessa tanto sbandierata, si scopre che era una cagata pazzesca, volendo citare una frase di Fantozzi...

Capita da tempo immemore. La cosa importante: imparare dalle esperienze. Altrimenti questo giro vizioso non sarà mai sospeso, e a subirne le conseguenze saranno sempre i contribuenti.


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