Re carbone non abdica e ha il trono in Cina
par Phastidio
mercoledì 5 febbraio 2025
L'IEA rivede le previsioni sul consumo di carbone e sposta il picco al 2027, sulla spinta del forte consumo cinese. La generazione di elettricità nel mondo rischia di non tenere il passo della domanda.
L’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ha pubblicato il rapporto annuale su domanda e consumo di carbone nel mondo, dove scopre di aver sbagliato le previsioni: il picco nel consumo globale del fossile inquinante non è stato nel 2023, ma forse (salvo nuovi errori di previsione) sarà nel 2027. Ma, mentre negli Stati Uniti e in Europa il picco è stato effettivamente già raggiunto e pare essere iniziata la discesa, in Cina e in alcune economie emergenti il consumo cresce con vigore tale da innalzare i livelli globali.
Coal 2024, nuova edizione del rapporto annuale sui mercati del carbone dell’IEA, che analizza le ultime tendenze e aggiorna le previsioni a medio termine – mostra che l’uso globale del carbone è rimbalzato fortemente dopo essere crollato al culmine della pandemia. Si prevede che raggiunga 8,77 miliardi di tonnellate nel 2024, nuovo record. Secondo il rapporto, la domanda dovrebbe rimanere vicina a questo livello fino al 2027, poiché le fonti di energia rinnovabile avranno un ruolo maggiore nella generazione di energia e il consumo di carbone dovrebbe stabilizzarsi in Cina.
Cresce la domanda mondiale di elettricità
Il settore elettrico in Cina è particolarmente importante per i mercati globali del carbone: un terzo di ogni tonnellata di carbone consumata a livello mondiale è bruciata in una centrale elettrica nel paese. Nel 2024, la Cina ha continuato a diversificare il suo settore energetico, ha proseguito nella costruzione di impianti nucleari e accelerato la sua enorme espansione di capacità solare fotovoltaica e eolica. Questo, secondo il rapporto, dovrebbe contribuire a limitare gli aumenti del consumo di carbone fino al 2027.
L’uso dell’elettricità in un numero di paesi sta crescendo a un ritmo sostenuto a causa di una combinazione di fattori, tra cui l’elettrificazione di servizi come il trasporto e il riscaldamento, l’aumento della domanda di raffreddamento e il crescente consumo dei settori emergenti come i data center. Inoltre, i modelli meteorologici potrebbero determinare fluttuazioni nel consumo di carbone nel breve termine. Secondo il rapporto, la domanda di carbone in Cina entro il 2027 potrebbe essere superiore o inferiore di 140 milioni di tonnellate rispetto alle previsioni a causa della variabilità legata al clima nella generazione rinnovabile.
Nella maggior parte delle economie avanzate, la domanda di carbone ha già raggiunto il picco ed è prevista una continua diminuzione fino al 2027. La velocità di declino continuerà a dipendere dall’adozione di politiche forti, come quelle attuate nell’Unione Europea, e dalla disponibilità di fonti energetiche alternative, incluso il gas naturale a basso costo negli Stati Uniti e in Canada.
Nel frattempo, la domanda di carbone continua a crescere in alcune economie emergenti dove la domanda di elettricità sta aumentando rapidamente insieme alla crescita economica e della popolazione, come in India, Indonesia e Vietnam. Nelle economie emergenti, la crescita è principalmente guidata dalla domanda di carbone nel settore energetico, sebbene stia aumentando anche l’uso industriale.
Soprattutto Cina, non solo Cina: l’India è prevista essere il principale motore della crescita della domanda globale di carbone nel 2024, con un aumento anno su anno di 70 milioni di tonnellate, raggiungendo 1.315 milioni di tonnellate. L’IEA prevede che l’India mantenga questa posizione fino al 2027, nonostante la posizione indiscussa della Cina come il mercato del carbone più grande del mondo. Si prevede che la domanda indiana di carbone crescerà del 2,6 per cento annuo, raggiungendo 1.421 milioni di tonnellate entro il 2027, con una crescita in tutte le categorie di carbone.
I prezzi del carbone oggi rimangono superiori del 50 per cento alla media registrata tra il 2017 e il 2019. La produzione ha raggiunto un massimo storico nel 2024, anche se la crescita è prevista appiattirsi fino al 2027 mentre si attuano cambiamenti strutturali.
Previsioni sbagliate alla grande
Due punti da portare a casa: il primo, le previsioni completamente sbagliate dell’IEA, ci dicono che lo stesso potrebbe accadere per la nuova stima del picco di consumo del carbone nel 2027. Il secondo, che il problema per l’ambiente resta la Cina. Come commenta Javier Blas, giornalista di Bloomberg specialista in materie prime,
Il paese, venerato da alcuni appassionati di ecologia grazie al suo abbraccio per veicoli elettrici, turbine eoliche e pannelli solari, è il più grande inquinatore del mondo. La Cina da sola consuma quasi il 30 per cento di carbone in più rispetto a tutto il resto del mondo. Questo non finirà presto. Ora, l’IEA assume che la domanda di carbone della Cina stabilirà un record storico ogni anno fino almeno al 2027. Per Pechino, il carbone è sicurezza energetica. È tempo di riconoscerlo. E di riconoscere che le promesse della Cina di ridurre il proprio consumo di carbone in tempi brevi semplicemente non reggono all’analisi.
Quindi, la Cina sta adottando una sorta di strategia barbell, cioè di estremizzazione del suo mix energetico: spinta fortissima sulle rinnovabili ma appoggio del cosiddetto baseload, cioè del carico di base (la potenza minima che è necessario fornire in modo continuo al sistema elettrico) su carbone e anche nucleare, visto anche il programma di costruzione di nuove centrali.
Nel frattempo, la domanda di elettricità sta esplodendo ovunque: per industrializzazione e sviluppo, con la diffusione della climatizzazione di massa nei paesi emergenti, ma anche e soprattutto per sfamare i data center. Siamo nell’era dell’elettricità, come ho segnalato tempo fa. E questa crescita forsennata della domanda è destinata a creare colli di bottiglia e rischi di continuità per i sistemi produttivi, ma anche per gli usi civili.
La domanda di energia negli Stati Uniti è prevista in aumento di quasi il 16 per cento nei prossimi cinque anni, più di tre volte la stima di un anno fa, secondo stime di una società di consulenza di Washington D.C. Una crescita epocale, poiché la domanda di elettricità in America è aumentata di meno dell’1 per cento annuo per più di due decenni.
La rete elettrica del Nord America affronta “sfide critiche di affidabilità” poiché la generazione di energia non riesce a tenere il passo con la crescente domanda derivante dall’intelligenza artificiale, ha avvertito l’autorità di controllo del settore. Il consumo di elettricità in forte aumento nei prossimi dieci anni, unito alla chiusura delle centrali a carbone, metterà enorme pressione sulle reti degli Stati Uniti e del Canada, ha rilevato la North American Electric Reliability Corporation. La carenza potrebbe causare blackout durante i periodi di picco della domanda in entrambi i paesi e sarà aggravata dai ritardi nell’aggiunta di capacità di generazione solare, batterie e risorse ibride alla rete, secondo la NERC.
Un futuro di blackout attende il mondo, sviluppato ed emergente, in attesa che l’intelligenza artificiale ci suggerisca la soluzione?