Ratzinger contro eutanasia, aborto e matrimonio omosessuale riceve promotrice ugandese della legge ‘ammazza-gay’

par UAAR - A ragion veduta
sabato 15 dicembre 2012

In vista della Giornata mondiale della pace, indetta dalla Chiesa cattolica ogni primo gennaio, il papa ha lanciato ieri l’ennesima dichiarazione di guerra ai diritti umani. Con un messaggio che condanna aspramente eutanasia, aborto e matrimonio gay, bollandoli come “attentati e delitti contro la vita”. Secondo Benedetto XVI “ogni lesione alla vita, specie nella sua origine, provoca inevitabilmente danni irreparabili allo sviluppo alla pace, all’ambiente”.

I matrimoni gay diventano “un’offesa contro la verità della persona umana” e “una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”. Nonché, aggiunge il papa, un danno al matrimonio tra uomo e donna perché “contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale”. Tali principi, secondo Benedetto XVI, “non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa”, ma sono “inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione” e “comuni a tutta l’umanità”. Una pesantissima presa di posizione che ha suscitato la reazione degli attivisti per i diritti umani, soprattutto le associazioni gay.

Proprio Raztinger, che si proclama alfiere dei diritti umani, non ha però nessun problema ad accogliere e benedire chi i diritti umani li nega. Ieri ha ricevuto durante una conferenza la speaker del Parlamento ugandese Rebecca Kadaga, che sostiene l’approvazione di una legge che criminalizza l’omosessualità e punisce i gay anche con ergastolo e pena di morte. Kadaga, presente alla messa in Vaticano insieme a migliaia di pellegrini, è stata quindi ricevuta senza alcun imbarazzo dal papa insieme alla delegazione di politici dall’Uganda.

La promotrice del famigerato ‘Kill the Gays bill’ ha descritto in termini estatici l’incontro con il papa: “Un momento irripetibile”, “Una cosa che mi ricorderò tutta la vita, è un momento molto grande e ringrazio Dio per questa opportunità”. L’approvazione del testo anti-gay, che Kadaga aveva promesso come ‘regalo di Natale‘ ai cristiani, dovrebbe avvenire domani. Anche se ci sono speranze che non venga approvato e il progetto di legge possa decadere, sostiene l’attivista per i diritti lgbt Frank Mugisha.

Coloro che quotidianamente si battono per l’affermazione dei diritti civili e delle libertà e che hanno a cuore queste conquiste sempre labili dovrebbero prendere atto che la Chiesa cattolica — assieme ad altre religioni organizzate come l’islam — porta avanti a livello politico un’agenda retriva che si traduce in un ostacolo al riconoscimento di diritti, che fomenta divisione e odio insanabili tra le persone e dà una legittimazione di fatto alle discriminazioni imposte verso alcune categorie. A danno soprattutto di coloro che da sempre subiscono la demonizzazione su base religiosa: come gay (considerati “intrinsecamente disordinati”), non credenti e donne (cui viene negato il diritto all’autodeterminazione per quanto riguarda contraccezione, scelta di maternità e interruzione della gravidanza). Tanto nei singoli paesi quanto a livello internazionale. Come dimostra per l’ennesima volta questa presa di posizione secca e intollerante di Ratzinger, uno dei veri ostacoli alla pace e alla libertà nel mondo è proprio il confessionalismo religioso.


Leggi l'articolo completo e i commenti