Rapporto ONU rivela: bambini palestinesi stuprati e torturati dalle forze israeliane

par Francesco Finucci
venerdì 28 giugno 2013

Un rapporto ONU rivela il trattamento riservato dalle forze militari israeliane ai bambini palestinesi: arresti arbitrari, vessazioni, ma anche stupri e torture. O il loro utilizzo come scudi umani. Israele minimizza, ma la condanna giunta è grave ed infamante.

Il report di 21 pagine è stato elaborato dal Comitato ONU per i diritti dell'infanzia e pubblicato lo scorso 14 giugno. Preziosissimo, perché rivela con sufficiente chiarezza e base statistica il ruolo delle forze di occupazione israeliane in area palestinese sui minori del luogo, un aspetto che aveva già dettato una (relativamente) dura condanna di fronte ai casi di abuso occorsi ai caschi blu Onu.

Solo durante il tempo di permanenza dei commissari, infatti i minori dai 12 ai 17 anni detenuti dai militari israeliani sarebbero 7000, arrestati in maniera arbitraria per lancio di pietre (un'accusa che può costare fino a 20 anni di prigione), verrebbero scarsamente informati, nonché indotti a firmare dichiarazioni scritte in ebraico, una lingua che non comprendono. Lasciati da soli, senza conoscere a volte neanche il luogo della propria detenzione o il loro diritto ad avere accanto un genitore, sarebbero oltretutto sbattuti in prigioni sulla cui condizione lasciamo purtroppo immaginare.

L'accusa lanciata dall'Onu è però di gran lunga più grave (vedi la voce "Torture and other cruel or degrading treatment or punishment"). Secondo il comitato, i bambini palestinesi sarebbero soggetti a violenza fisica e verbale, umiliazioni, sottoposti a deprivazione sensoriale, minacciati di morte e anche di stupro per sé e i familiari, ma anche isolati per mesi o sottoposti a restrizioni nell'uso dei servizi igienici e alimentari.

Tutto ciò non solo per ottenere una qualche confessione, ma spesso su basi arbitrarie, come testimoniato al comitato da più fonti, mandando agilmente a farsi benedire in un colpo solo tutti i quattro principi cardine della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia del 1989 (che Israele ha ratificato): non discriminazione, superiore interesse del minore, diritto alla sopravvivenza, figurarsi quello all'ascolto. E con essi anche qualche antico principio di habeas corpus con pratiche ormai riconosciute come illegittime nelle fasi di arresto (ad esempio la costrizione a firmare documenti di testimonianza se si vuole essere rilasciati).

La reazione del governo israeliano è stata alquanto fredda. Yigal Palmor, portavoce del Ministero degli Esteri ha infatti dichiarato che "se qualcuno semplicemente intende magnificare le loro inclinazioni politiche e il fatto di colpire politicamente Israele senza basarsi su un nuovo report, sul lavorare sul campo, ma solo riciclando roba vecchia, non si tratta di nulla di importante". Insinuazioni alle quali prontamente risponde Kirsten Sandberg, norvegese a capo del comitato, indicando alla base del report semplici fatti, non opinioni politiche. Una posizione - va detto - suffragata dalla perizia mostrata almeno dalle commissioni di inchiesta Onu, nonostante l'incuria e l'indifferenza dei vertici.

Il comitato ha previsto in seguito alla propria indagine una serie di manovre correttive da varare al più presto, anche e soprattutto in virtù della necessità di ricomporre le violazioni riscontrate dei principi delle Convenzioni di Ginevra. Non solo si richiede di riportare la situazione in un ambito di rispetto del vigente diritto internazionale, di guerra ed umanitario. Quello che il comitato pretende è che una commissione indipendente in ambito nazionale venga istituita al fine di indagare sui casi di maltrattamenti e torture. Ma si sa: il soldato non può sbagliare. Specie se alle porte - in questo caso dentro le porte - c'è un nemico da battere.

Report Onu Palestina by abiondi332


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