Rapinata disabile: Cannavaro conosce Casandrino?

par Antonio Vergara
sabato 10 gennaio 2009

Casandrino dista qualche centinaio di metri da Grumo Nevano, città poco ridente in cui ho avuto i natali e dove vivo da sempre. Nella provincia napoletana i paesi si susseguono senza soluzione di continuità: a volte persino le abitazioni si trovano divise tra i confini di un paesino all’altro. Casandrino è posto nel quadrilatero tra Sant’Antimo, Arzano, Secondigliano e Melito. Poco distante c’è Afragola, Casoria e tutta l’area Nolana; dall’altro versante c’è la provincia casertana, Casal di Principe. Tutti questi comuni hanno una forte penetrazione della camorra o della malavita in genere. Non è che sono tutti delinquenti, sia chiaro, ma la camorra in quelle zone spadroneggia, come peraltro certificato dalla Dia e dalle tristi cronache dei giornali. La camorra di una volta garantiva un qualità di vita migliore, non c’era tutta questa microdelinquenza - che poi è macro perché è un unico corpo con i clan -, i clan controllavano il territorio affinché nessuno potesse permettersi di rapinare un negozio sotto pizzo

Oggi non è più così, la nuova camorra non riesce più a contenere le incursioni di ragazzi che spesso provengono da zone lontanissime. Magari come quei due che stamattina hanno rapinato una disabile facendola morire di crepacuore. Il bottino era la pensione di invalidità appena ritirata alla posta di Casandrino, poche centinaia di euro e molto pelo sullo stomaco per picchiare una povera disgraziata che ha lottato per non cedere il suo pane. La camorra di una volta avrebbe avuto rispetto di un’anziana per di più sulla sedia a rotelle, ma questi giovani non guardano in faccia a nessuno. Cannavaro adesso sarà contento.


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