Rai: il servizio pubblico va in vacanza

par Paolo Praolini
lunedì 7 settembre 2009

Arriva l’estate e la Rai chiude i battenti.

Si, è proprio strano che la televisione incaricata del servizio pubblico e finanziata dai nostri soldini nel periodo estivo si conceda 2 mesi di assenza. Tutti noi ci saremo chiesti in qualche serata di questa estate ormai indirizzata al termine, come mai non si riesca a vedere una trasmissione ‘decente’ in prima serata.
 
Per coloro che per qualche motivo avessero voluto concedersi una serata davanti alla TV nel periodo di Luglio-Agosto, sintozzandosi sui canali Rai 1 o Rai 2 avranno trovato una sorpresa insapore.
 
Da ormai molte settimane in prima serata ed in molti spazi della giornata, dove altri canali privati continuano una normale programmazione, la Rai si concede sotto uno scanzonato titolo ‘Varietà’, la propinazione di vecchi o vecchissimi spezzoni di spettacoli.
 
Dalla Canzonissima degli anni ’70, a Domenica In, dal rinomato Quartetto Cetra alle gemelle Kessler, l’appetito degli ascoltatori in questo periodo rimane frequentemente all’asciutto.
 
Manca qualsiasi tipo di programmazione minima, niente cultura, niente sport solo una striminzita riproduzione di ore ed ore di ritriti filmati.


Viene dato per scontato che quei pochi fruitori del Servizio nazionale rimasti all’ascolto in questo periodo estivo non abbiano diritto di ascolto.
 
La programmazione estiva del grande network della Rai si trasferisce in vacanza.
Tutto ciò ritengo sia uno spavaldo affronto verso tutti noi cittadini ’insigniti’ della periodica donazione del ‘Canone’ come strumento di finanziamento della Tv di Stato.
 
Debbo pertanto esprimere la mia disapprovazione su questo trattamento rivoltoci e chiedo che questo disinteresse verso l’ascoltatore e finanziatore del Servizio di Stato abbia immediatamente termine.
 
Anche perché il già scarso servizio presentato con l’Isola dei famosi e trasmissioni di pari livello sembra non bastare a contribuire ad abbassare il livello culturale e d’informazione che viene oggi svolto dalla Rai.

Grazie anche alle nuove nomine Rai si continua a svolgere un malverso servizio indirizzato esclusivamente alla politica, disinteressandosi completamente della diffusione di cultura e dell’informazione verso il cittadino.

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