Rai: il Cdr ha eletto Tarantola come presidente. Ma il Pdl non ci sta

par Spettacolando
martedì 10 luglio 2012

Il Cdr della Rai ha eletto Anna Maria Tarantola come nuovo Presidente del servizio pubblico. Ora tocca alla Commissione di Vigilanza vidimare la decisione, ma nel Pdl il mal di pancia è forte.

Gli scenari sulla Presidenza della Rai sono nefasti. Si parla di un Pdl che non ha intenzione di votare i pieni poteri alla designata di Mario Monti Anna Maria Tarantola, già vice direttore generale di Bankitalia. E si parla di un Premier disposto a chiedere una fiducia in parlamento sul commissariamento della Rai, a causa delle interferenze del Pdl, appunto. Si dicono tante cose, come ormai siamo abituti a sentire quando si parla di televisione pubblica e di potere nelle stanze dei bottoni, ma il primo passo verso la nomina del nuovo Presidente della Rai è stata fatta. 

In un comunicato di Viale Mazzini si legge che ''Il Consiglio di Amministrazione si è insediato questa mattina in Viale Mazzini e ha provveduto ad eleggere la Dott.ssa Anna Maria Tarantola quale prossimo Presidente della Rai'', ma, continua il comunicato stampa, ''sul piano procedurale, la nomina del Presidente, per essere efficace, dovrà ottenere il parere favorevole dei 2/3 dei componenti della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi''.

Ed è qui che il sorge il problema perché è lì, in Commissione di vigilanza, che il Pdl stando ai rumors vorrebbe stoppare la corsa della Tarantola

Il Messaggero scriveva stamattina che:

Mario Monti, impegnato a Bruxelles nella battaglia per tagliare le unghie al famigerato spread, non ha avuto tempo ieri per telefonare a Silvio Berlusconi. Il premier solo oggi dovrebbe sentire ilCavaliere «per dimostrare la sensatezza di dare ampi poteri, come in qualsiasi azienda che si rispetti, al presidente Tarantola e al dg Gubitosi». E spingere così il Pdl a votare nella commissione di Vigilanza i nuovi vertici di viale Mazzini. Ma al momento il partito di Berlusconi resta in trincea, elmetto ben calzato in testa, determinato a far cadere le super-deleghe per Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi: potere di firma sui contratti fino a 10 milioni di euro e potere di nomina e rimozione dei dirigenti di primo e secondo livello. Una mini riforma della governance che rende di fatto il Consiglio di amministrazione un semplice organo consultivo. Di più: i consiglieri perderebbero ufficio, segretarie e autoblu, accontentandosi di un semplice gettone di presenza. Risparmio stimato: 3 milioni di euro.

E che il motivo per cui il Pdl non sarebbe disposto a cedere di un millimetro è perché se si fa come vuole monti il Cdr, a maggioranza Pdl, diventerebbe appunto un "organo consuntivo" e sappiamo quanto il Cavaliere sia sensibile alla materia. Ora ci si aspetta una convocazione al più presto della Commissione così da ridare una guida alla Rai altrimenti Monti sarebbe disposto alla guerra.

Sempre il Messaggero, infatti, riporta che se il

"Pdl farà mancare alla Tarantola la maggioranza dei due terzi, costringendola alla dimissioni, Monti varerà un decreto per il commissariamento della Rai. Inutile dire che il commissario sarebbe proprio Anna Maria Tarantola. «Il premier è pronto a rischiare anche la crisi. Varare il decreto significa affrontare il voto del Parlamento, porre la fiducia e correre il rischio di cadere. Oppure, di assistere alla spaccatura del Pdl», sostengono a palazzo Chigi. «Comunque vada, per il partito del Cavaliere sarà come fare harakiri: in Italia sono ben pochi i cittadini che l’applaudirebbero per avere provocato la crisi nel tentativo di continuare a controllare la Rai. La gente non ne può più dei partiti arraffoni...".

La Tarantola non era presente alla votazione per motivi di opportunità, ha detto e probabilmente per non dover cominciare da subito una lunga strada di estenuanti trattative.

Repubblica riportava stamattina che:

Non l'ha presa affatto bene, Anna Maria Tarantola. I riti della politica sulla Rai - i ricatti, le minacce, i tentativi di avviare trattative sotto banco per salvare questa o quella poltrona - hanno già stancato il vicedirettore di Bankitalia. Che ha detto sì a Mario Monti, è pronta a dirigere la televisione pubblica. A risanarla, anche. A rilanciarla, forse. Non è pronta però a subire attacchi e veti che non si aspettava, e con i quali non vuole avere niente a che fare. 

Chi la spunterà in quest'ennesima battaglia che fa danno soprattutto all'azienda lo sapremo solo fra qualche giorno.


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