Quello che il blackout ci dice sulla fragilità dell’India. E sulla nostra

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mercoledì 1 agosto 2012

Un blackout elettrico è sempre fonte di disagi. Se poi colpisce centinaia di milioni di persone, è una catastrofe. In India è successo due volte nel giro di 24 ore, lasciando senza corrente oltre 300 milioni di persone nel primo caso e quasi il doppio nel secondo - oltre a 200 minatori intrappolati in una miniera, ora salvi.

Il disastro senza precedenti, causato da un collasso simultaneo delle reti di 20 Stati, solleva alcune serie domande. Non soltanto sullo stato di salute del gigante indiano.

Secondo la Central Electricity Authority, durante i periodi di picco del consumo la domanda di energia elettrica supera l'offerta di circa il 9%. Una richiesta a cui le centrali del Paese e la rete di distribuzione non riescono a tenere il passo: i blackout sono dunque all'ordine del giorno. Mai però di queste proporzioni.
Per aumentare l'offerta il governo si affida al nucleare. E per potenziare la rete, progetta di investire 400 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.

In ogni caso, l'economia di Delhi non viaggia più a gonfie vele. In maggio Morgan Stanley ha tagliato le sue previsioni di crescita del Paese per il 2012 al 6,3% dal quasi il 7% di inizio anno, e quelle per il 2013 al 6,8% dal 7,5%. Forbes descrive l'India come un "elefante ansimante". La BBC prova ad identificare i cinque mali che l'affliggono: bassa crescita, alta inflazione, deficit fiscale, paralisi politica e fuga di capitali esteri. Il calo delle esportazioni e il ritiro di centinaia di milioni di dollari di investimenti esteri sono fattori esterni, in parte connessi alla crisi dell'Eurozona. Ma molti altri fattori sono interni, come il protezionismo, la corruzione e la scarsa leadership.

In queste condizioni c'è già chi ha avanzato la prospettiva di un decennio perduto per l'India che, come prevedibile, avrà conseguenze globali. In ogni caso il "miracolo" indiano non ha mai veramente cambiato volto al Paese, se è vero che ancora oggi circa 900 milioni di persone non hanno abbastanza da mangiare. Nel frattempo gli scontri sociali stanno prendendo piede in tutto il Paese.

Allargando lo sguardo su una prospettiva più ampia, notiamo come il doppio blackout indiano è solo l'ultimo di una lunga lista che dal 2002 in poi si è arricchita di decine di episodi (anche noi in Italia ne sappiamo qualcosa). Segno che la pressione a cui la rete elettrica globale viene sottoposta - soprattutto in estate - è sempre meno sostenibile.


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