Quella responsabilità dei consumatori

par Professional Consumer
giovedì 27 febbraio 2014

Quando la capacità produttiva delle aziende confeziona una offerta superiore alla capacità di spesa degli acquirenti si contrae lo sviluppo. Si mostra evidente come la crescita economica risulti vincolata dall’esercizio della spesa.

Crescita, ancora sostenibile, fin quando l’insufficienza cronica del reddito, che spende, ha trovato il soccorso del credito generando il 60% del PIL, fino ad affrancare i consumatori dal bisogno; insostenibile quando il debito, entrato in sofferenza, ha reso quel credito inattingibile, bloccando il meccanismo dello scambio domanda/offerta.

Questi fatti consentono ai consumatori di guadagnare un vantaggio: hanno più bisogno i produttori di vendere che i consumatori di acquistare. La domanda comanda, insomma. Mettere a reddito questo vantaggio confeziona l’opportunità di tornare a far migliorare la produttività totale dei fattori e garantire la crescita.

Giust'appunto, migliorare la produttività totale dei fattori, altrimenti... Altrimenti accade che la produzione industriale cala nella zona euro a dicembre dello 0,7%. Quella sovraccapacità non smaltita riduce il profitto; chi lavora a quell'eccesso non potrà reclamare alcun aumento del reddito e la spesa andrà ancor più giù. Se tanto mi da tanto i consumatori, associati in network, hanno l'opportunità di commerciare la gestione delle risorse impiegate nell’acquisto: tempo, attenzione, ottimismo.

Un prodotto/servizio che estrae valore dall’azione di consumazione mediante il confezionamento della domanda che, offerta proprio a chi deve smaltire l’eccesso di capacità produttiva, rifocilla il portafoglio. Quel portafoglio che spesso, smaltisce quella sovraccapacità, fa fare profitto; restituisce valore al lavoro produttivo, quindi adeguato reddito, proprio quello che spende.

A tal domanda, unica merce scarsa sul mercato, chi potrà sottrarsi dal rispondere "Yes". Un momento. A consumatori di tal fatta toccano si gli onori, ma anche gli oneri! Eggià, domanda, tanta domanda c'è ancora da fare: domanda che obbliga i consumatori a prendere in carico la responsabilità di fornire indirizzo ai produttori per una offerta di merci che si mostri sensibile al risparmio nell’impiego delle risorse.

Domanda di ciò che si vuole, non acquisto di quel che si trova: innovazione assoluta. Domanda che rivendica ruolo economico all’esercizio di consumazione, dignità all’atto. Domanda che, esercizio plurale, chiama al consorzio gli individui, mettendo la sordina ad aride liturgie singolari di acquisto.

Mauro Artibani

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