Quel traditore di Virgilio. Troppo "terrone" per essere festeggiato a Mantova

par Bruno Carchedi
lunedì 31 ottobre 2011

Vincenzo Chizzini, proprietario di una tabaccheria in quel di Mantova, è assessore leghista al turismo nell’amministrazione comunale. Fatalità vuole che proprio in questi giorni Mantova sia sede della manifestazione “Virgilio a Mantova”, con la quale la città celebra il suo concittadino più famoso - il poeta latino Publio Virgilio Marone - con mostre, convegni, premi letterari, concerti, reading. Tutto questo però ha fatto indignare il tabaccaio Chizzini, che imprudentemente ha invaso un campo non suo, quello della cultura. Indignazione, sì perché Virgilio ha passato tutta la sua vita a scrivere poesie invece di produrre e contribuire alla crescita del Pil (un pessimo esempio per le giovani e laboriose generazioni padane). E poi perché scriveva le sue poesie in latino, l’antica lingua dell’odiata Roma ladrona, la lingua di Cesare, persecutore dei Galli e del loro condottiero Vercingetorige, dall’elmo cornuto. E infine perché Virgilio durante la sua vita si trasferì stabilmente prima a Roma e poi nel meridione d’Italia, facendosi seppellire infine a Napoli.

La celebrazione di un padano che tradì le sue origini andando a vivere nel Sud proprio non è andata giù al Chizzini, che ha proposto di celebrare invece Teofilo Folengo - noto per avere inventato il maccheronico, un mix pasticciato di parole italiane con desinenze latine, parole latine e dialetto mantovano del ‘500 - da celebrare come il vero interprete della “mantovanità”.

C’è un limite all’ignoranza e all’arroganza? Sembra di no. Ma forse c’è una spiegazione non banale. Ha cominciato Bossi parlando in modo incomprensibile. Tutti hanno pensato a una difficoltà di linguaggio dovuta all’ictus di anni fa, senza capire che quelli che sembrano farfugliamenti sono in realtà discorsi in lingua celtica. E il Chizzini ha colto l’occasione al volo per adeguarsi a modo suo all’evoluzione linguistica del Capo, senza capire però che ormai il celtico-padano sta evolvendo verso un vero e proprio linguaggio universale, una neolingua, a base di sbadigli, pernacchie ed esibizioni del dito medio. E questo non può andar bene neanche per una celebrazione in stile maccheronico.


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