«Quanto subisco rispecchia il concetto di femminicidio in vita. Non siamo un sesso debole, siamo sopravvissute»
par Alessio Di Florio
venerdì 18 giugno 2021
Ilaria Di Roberto è una Scrittrice, attivista femminista radicale, artista, donna che ha sempre infranto e si è ribellata al copione dell’oppressione patriarcale nei confronti delle vittime di abusi.
Venerdì 11 giugno, mentre l’interesse e le attenzioni di quasi tutta Italia erano concentrati sul debutto della nazionale di calcio ai campionati europei, Ilaria stava compiendo un banalissimo, normale, pacifico gesto: uscire di casa per andare a gettare la spazzatura. È stato invece l’inferno, l’inizio di ore e ore di angoscia, terrore, dramma. Temendo per la propria incolumità e sconvolta per quanto accaduto, appena ha potuto lo ha denunciato e testimoniato sui social network.
Nella serata di sabato 12 giugno, provata e sconvolta, ha denunciato in una videointervista (pubblicata qui) cosa le è accaduto, quanto subisce da almeno due anni e il muro di indifferenza, incredulità e abbandono che vive. Vorrebbe lasciare Cori, il comune in cui vive, perché questa situazione è ormai diventata insopportabile per lei e la sua famiglia – a sua volta vittima di atti gravi e violenti nei mesi – ma per ragioni soprattutto economiche non le è ancora possibile. Avrebbe bisogno di un aiuto, un sostegno, qualcuno che le permetta di superare le difficoltà e trasferirsi altrove.
La denuncia di Ilaria Di Roberto viene da un territorio, la provincia di Latina, in cui spaccio, degrado sociale, sistemi criminali sono ampiamente presenti e devastano il tessuto sociale, politico, economico. Sono i sistemi criminali che cerchiamo di raccontare e denunciare anche noi, gli stessi di territori come Puglia, Campania, Ostia, Roma e l’Abruzzo, da cui i ras e i dominus prevalenti provengono. Vale per la provincia di Latina dove sono egemoni clan come i Di Silvio e i loro sodali e per Ostia e la Capitale dei Casamonica, degli Spada e di altri clan i cui nomi abbiamo ripetutamente riportato e denunciato (qui una raccolta di comunicati, dossier e articoli degli ultimi anni).
In una società sempre contro le donne, in cui se si è donna si vivono pericoli costanti e – nello stesso tempo, come accade a lei – agli occhi di troppe persone, troppa «gente» si è anche considerati colpevoli. Lo ricorda, con il cuore che generosamente guarda verso tante, troppe altre donne, che subiscono veri «femminicidi in vita» e molestie, abusi e violenze ogni giorno, nella videointervista pubblicata qui https://www.wordnews.it/non-siamo-un-sesso-debole-siamo-sopravvissute con l’appello a non lasciarla sola, a non emarginarla ed abbandonarla.