Quanto è tossico l’amianto?

par renato
giovedì 1 marzo 2012

Spesso si sente parlare di smaltimento dell'amianto, ogni tanto un articolo dove si denuncia la presenza di qualche abitazione privata e/o pubblica. Ma quanto è tossico l'amianto?

Il giorno 06/12/2001, mi sono recato presso le Poste Italiane sito in Casamassima Bari. Ritiro il mio bel bigliettino di prenotazione e, in attesa del mio turno come quasi tutti, mi guardo attorno per vedere quanta gente c'è, se c'era qualcuno che conoscevo. In quel mentre (come si suol dire) "mi cade l'occhio" su un volantino scuro esposto su una parete interna, incuriosito mi avvicino e con stupore leggo questa scritta:

"Attenzione, contiene amianto, non danneggiare. Poste Italiana S.p.A."

"Cavolo!", esclamo. Lodevole di aver avvisaro i loro utenti presenti nella sede della posta ma... Vediamo cos'è l'amianto e la sua deteriorabilità.

Asbesto, o amianto, è il nome dato ad un gruppo di minerali altamente fibrosi che si possono trovare naturalmente nell’ambiente: il Crisotilo (anche detto amianto bianco), appartenente alla serie mineralogica del serpentino; e gli anfiboli Crocidolite (amianto blu), Amosite (amianto bruno), Antofillite, Actinolitee Tremolite.

Questi minerali non hanno alcun odore o sapore chiaramente individuabili, sono molto resistenti al calore ed alla maggior parte delle sostanze chimiche e sono facilmente lavorabili. Comodamente reperibili, venivano ricavati per lo più da miniere a cielo aperto in seguito alla macinazione della roccia madre e successivo arricchimento.

Per le loro proprietà dovute essenzialmente alla struttura fibrosa, per la facile reperibilità e per il basso costo, sono stati utilizzati in un’ampia gamma di prodotti ed in varie attività industriali; l’asbesto veniva utilizzato puro o più solitamente miscelato ad altri materiali in percentuali diverse, per sfruttarne meglio le caratteristiche chimico-fisiche e per produrre una quantità innumerevole di prodotti.

Purtroppo tutti questi beni hanno dimostrato nel tempo una deperibilità più o meno alta, ed il loro deterioramento provoca il rilascio nell’ambiente di una quantità di fibre direttamente proporzionale alla loro friabilità.

L’amianto friabile è in grado di disgregarsi alla semplice pressione delle dita e si è dimostrato estremamente pericoloso, mentre l’amianto compattato (miscelato a cemento o a sostanze che ne garantiscano una notevole durezza) è pericoloso nel caso in cui sia stato deteriorato da eventi meteorologici o da interventi più o meno accidentali.

Le fibre minerali rilasciate da questi materiali risultano potenzialmente inalabili e, una volta nei polmoni, possono provocare dei danni estremamente gravi come l’asbestosi, il mesotelioma ed il tumore dei polmoni.

Per tutti questi motivi fin dal 1992 l’amianto è stato abbandonato e ne è vietata per legge l’estrazione, la lavorazione ed il commercio (da notare che la relazione fra la presenza dell’asbesto e l’insorgenza dei tumori era già scientificamente dimostrata fin dagli anni ’60).

Quindi a tutt’oggi la pericolosità dell’asbesto è dovuta essenzialmente alla presenza di quella sterminata serie di prodotti ancora in circolazione che lo contengono in quantità variabile e che lentamente vengono smaltiti in aree appositamente predisposte.

Quindi l'invecchiamento dei leganti, producono una progressiva e lenta contaminazione, ambientale. Per motivi di grandezza delle polveri di aminato , entrano con facilità delle alte vie respiratorie insidiandosi negli alveoli polmonari.

Bioterapeuta Contattologo Iridologo Ottico

 Renato Ventura


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