Quanto ci costa la Chiesa Cattolica?

par Beniamino Congiu
martedì 9 aprile 2013

Il principio di laicità, pur non essendo citato espressamente, è uno dei principi fondanti della nostra Costituzione. Anche la Corte costituzionale, con la sentenza n.203 del 1989, ha affermato che quello di laicità rappresenta un principio “supremo”. Nell’articolo 7 della Costituzione si stabilisce la “separazione tra ordine religioso e ordine temporale”, nell'articolo 8 il principio di “eguaglianza delle religioni fra di loro”. A cosa serve però che tale principio venga riconosciuto e dichiarato "supremo", se viene calpestato quotidianamente e senza ritegno, e se chi lo fa notare viene sbeffeggiato, deriso o semplicemente ignorato? 

Ci sarebbero tante, tantissime cose da dire sull'influenza della Chiesa in Italia. Io, pur essendo ateo, rispetto chi ha fede e chi crede in qualunque Dio. Mi fa sorridere però la reazione di tanti credenti cattolici quando si fa loro presente quanto sia invadente e quanto conti politicamente la Chiesa in Italia. Si infervorano, parlano di diritti, di un paese comunque cattolico anche se non per Costituzione, di morale. In ogni caso, sinceramente ritengo che sarebbe inutile e infruttuosa una discussione di questo tipo in questa sede, quindi lascio liberi tutti di farsi e tenersi le proprie idee. Chi fosse interessato comunque a conoscere in dettaglio come la Chiesa influenzi il nostro Paese può dare un occhiata al sito dell'Uaar alla sezione laicità. 

Vorrei invece soffermarmi su quanto costa la Chiesa Cattolica all'Italia. In un periodo di crisi cosi profonda, in cui tutti i partiti politici, vecchi e nuovi, in previsione della prossima campagna elettorale si lanciano in analisi economiche, in ricette miracolose, e nella ricerca di cure immediate per un Paese allo stremo, nessuno di questi, stranamente (...), parla di tagliare dei costi che, Costituzione alla mano, appaiono quantomeno contestabili. Sul sito www.icostidellachiesa.it vengono riportate, analiticamente, tutte le spese che il nostro Stato sostiene per tutto quello che concerne e che gira intorno alla religione cattolica. Senza riportare tutte le voci, che son davvero tante, mi limito a citare e commentare le due più costose per noi tutti:

L'otto per mille: quando, ogni anno, ci troviamo di fronte la dichiarazione dei redditi, abbiamo la possibilità di scegliere a chi destinare l'otto per mille; se non lo facciamo, questo va alla Chiesa Cattolica, ad altre 5 confessioni religiose che hanno sottoscritto un accordo con lo Stato, e allo Stato stesso. Come? in proporzione alle scelte espresse. Se cioè il 50 per cento di noi sceglie di destinare il suo otto per mille alla Chiesa Cattolica, anche il 50 per cento di chi non ha fatto nessuna scelta, inconsapevolmente o meno la destina alla Chiesa Cattolica. Stando al sito 8xmille.it creato dalla Chiesa Cattolica stessa, nel 2012 le assegnazioni a suo favore sono state pari a 1.148.076.000 euro, di cui circa il 60% proveniente da scelte non espresse. Inoltre, la Chiesa Cattolica è l'unica confessione religiosa ad ottenere dallo Stato un acconto sull'otto per mille dell'anno successivo. Ognuno si faccia le proprie idee: a mio parere, che una cifra del genere in un periodo di crisi cosi profonda vada alla Chiesa, oltretutto per oltre la metà da persone che non scelgono espressamente di destinargliela, è quantomeno discutibile. E per dei patti sanciti nel 1929 poi. Non sarebbe molto più sensato destinare le somme relative a chi non effettua nessuna scelta allo Stato, cioè a noi stessi? So già che molti diranno che lo Stato non li userebbe certo per noi, che li destinerebbe alla casta, ecc ecc., ma questo non dà certo senso alla situazione attuale: chi vuole destinarli alla Chiesa, lo faccia liberamente. Ma il fatto che dimenticandosi di effettuare una scelta una persona divenga un finanziatore della Chiesa Cattolica, pur non volendolo, è a parer mio inaccettabile e vergognoso. 

Insegnamento della religione cattolica nelle scuole: ora, già sul fatto che nel nostro Paese, solo in teoria laico, si insegni esclusivamente la religione cattolica, ci sarebbe tanto da dire. Ma che questo insegnamento costi a tutti noi, non solo ai cattolici ma anche a chi non crede e a chi professa altre religioni, più di un miliardo di euro, per me è francamente disgustoso. E non basta: sempre il sito www.icostidellachiesa.it fissa in altri 500 milioni di euro circa i contributi delle amministrazioni locali alle scuole cattoliche, che già ne ricevono 325 dallo Stato. Senza parole.

A queste due voci sono da aggiungere, tra le più gravose: esenzioni Imu (250 milioni), riduzioni Ires e Irap (250 milioni), esenzioni Iva e altre esenzioni fiscali e doganali (135 milioni circa), beni immobili statali adibiti ad edifici di culto (200 milioni), e altri contributi erogati da Regioni, Province e Comuni (500 milioni circa).

Il totale? secondo il sito sopra citato, arriviamo alla "irrisoria" cifra di 6.277.375.437 euro (per chi avesse difficoltà a contare le cifre: sì, parliamo di oltre sei miliardi di euro).

Non male, per un Paese in profonda crisi economica e in cui la laicità dovrebbe essere un principio supremo.

Per chi fosse interessato, l'Uaar ha lanciato una petizione a deputati e senatori per abolire il concordato: se volete potete aderire all'appello sul sito http://www.change.org/it/petizioni/deputati-e-senatori-aboliamo-il-concordato

N.B.: tutte le cifre riportate nell'articolo sono riprese dal sito http://www.icostidellachiesa.it/


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