Quando un senatore accusa una donna (consigliere comunale) rumena di istigazione a delinquere

par Sergio Bagnoli
lunedì 24 agosto 2009

Un mese fa la consigliera comunale del Partito Democratico era stata vittima di un episodio di discriminazione razziale a causa delle sue origini romene

Durissimo attacco da parte del senatore della Lega Nord veneta, e sindaco della cittadina di Cittadella, Massimo Bitonci alla consigliera comunale di Padova Nona Evghenjie, romena, eletta alle ultime consultazioni amministrative in quota Pd con ben trecentoventi preferenze, colpevole di istigazione a delinquere a causa delle critiche mosse dalla donna alle norme della Legge sulla sicurezza, fortemente voluta dal ministro leghista agli interni Roberto Maroni. La Nona aveva, giorni fa, avanzato forti riserve circa l’incostituzionalità della norma che vieta i matrimoni misti qualora uno dei due nubendi non fosse titolare di permesso di soggiorno in Italia. Gli stessi rilievi sono stati avanzati da giornali radicati tra gli italiani come il quotidiano dei Vescovi Avvenire od il settimanale Famiglia Cristiana, ma in questi casi Bitonci ben si è guardato dall’accusare i due organi di stampa di istigazione a delinquere.


Nel suo attacco al consigliere comunale di centro- sinistra, poi, il senatore si è sbizzarrito affermando che sino a quando in Italia avremo nelle istituzioni personaggi come la romena “gli immigrati la faranno da padrone e noi italiani saremo costretti a togliere il crocefisso dalle scuole, ad abolire il presepe a Natale, a finanziare e promuovere corsi di lingua araba e a mangiare Kebab come vorrebbero la romena None ed il sindaco Zanonato”. La consigliera romena, piccata, in risposta ha tenuto a sottolineare come i suoi connazionali non siano per nulla islamici ma profondamente cristiani e come sinora nessun appartenente alla numerosissima comunità romena in Italia abbia voluto far togliere il crocefisso dalle scuole o abolire il presepe. I romeni parlano poi una lingua neo- latina, simile all’italiano, e tra i loro piatti nazionali non compare il Kebab, ha poi aggiunto la None. Il durissimo attacco di Bitonci, o per meglio dire le durissime parole da lui espresse nei confronti della None, fanno curiosamente il paio con gli insulti con i quali, un mese fa, un medico veneziano che aveva invitato la donna, funzionaria in un importante istituto bancario veronese, insieme a suo marito italiano ad una gita nella laguna veneta l’aveva apostrofata rifiutandosi di riportarla a casa.

Allora il medico veneziano insieme alla Nona, a suo marito, avvocato in Padova, e ad un’altra coppia italo- romena, si erano recati in gita in barca al Lido degli Alberoni ma a cena, complice forse qualche bevuta di troppo, il clinico era sbottato affermando che “era esecrato del fatto che in Italia un rumeno potesse accedere ad una carica pubblica” e si era rifiutato di riaccompagnare la donna a casa, nonostante l’ora tarda. “Sulla mia barca persone appartenenti alla vostra maledetta razza non salgono” aveva sentenziato. Da quel giorno l’atteggiamento della Nona, che comunque è anche cittadina italiana a tutti gli effetti, nei confronti di una certa Italia, c’è da dire, è cambiato, facendosi più guardingo e critico. Poi le critiche alla nuova Legge sulla sicurezza, per la parte che riguarda la disciplina dell’immigrazione, e la severa reprimenda del senatore Bitonci che ha preannunciato contro la None la presentazione di un’interrogazione parlamentare al Ministro Maroni. Maroni proprio un mese fa, c’è da notare, si è recato a Bucarest per un incontro con il suo omologo romeno ed in quell’occasione si è espresso favorevolmente circa il grado di integrazione nella società italiana; oggi Bitonci critica l’ingresso nelle istituzioni di cittadini d’origine romena, come la None. La classe politica italiana in tema d’immigrazione, al di la della repressione poliziesca, dimostra ancora una volta di non avere le idee chiare.


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