Quando per De Magistris la querela era uno strumento fascista
par Paolo Monarca
mercoledì 1 agosto 2012
"Sono un pluri-querelato ma non un querelante. Su Lettieri, oltre a ricordare L'Espresso di oggi, voglio ribadire che la strategia della querela in politica è più consona al Ventennio che al contesto democratico, perché è un modo per azzittire le voci libere" era il 15 aprile 2011, quando Luigi De Magistris, all'epoca candidato per la poltrona di Sindaco di napoli - elezioni che poi avrebbe vinto -, rilasciava queste dichiarazioni durante l’incontro “Napoli per Napoli” al Circolo degli Artisti.
Oggi la situazione appare diversa dopo le querele, minacciate o effettive, mosse dai legali del Sindaco di Napoli o di assessori appartenenti alla sua Giunta.
Ricordiamo le minacce di "azioni civili nei confronti di tutti coloro che stanno danneggiando l'immagine della nostra città. A cominciare da alcuni articoli apparsi sulla stampa francese", colpevoli di aver diffamato Napoli e l’amministrazione napoletana, riportando il caso dell’emergenza blatte rosse in città.
Ha fatto discutere anche la decisione dell’assessore al Patrimonio Bernardino Tuccillo, non tanto per la querela al sito La domenica settimanale, che lo accusava di difendere "a spada tratta come un fedele scudiero Romeo ed i 'suoi' progetti", ma per la scelta, molto discutibile, di querelare un privato cittadino che aveva condiviso e pubblicato l’articolo su facebook. Lo stesso Tuccillo, contattato da Dagospia, che aveva chiesto di spiegare la sua reazione aveva così commentato: "Non si esagera per nulla perché non consento a nessuno di mettere in dubbio la mia onestà pubblicando un articolo diffamatorio su facebook e commentandolo. In ogni caso, se quel signore riconosce pubblicamente la mia onestà sono pronto a fare marcia indietro...".
Anche le ultime dichiarazioni di De Magistris cozzano con quanto dichiarava l'anno scorso; nel mirino, questa volta c’è l’ex assessore al Bilancio Riccardo Realfonzo: “Ho dato mandato ai miei legali di presentare un’azione civile, avanzando richiesta di 1 milione di euro, in relazione alle dichiarazioni rilasciate da Riccardo Realfonzo nell'intervista pubblicata sul sito on line de Il fatto quotidiano".
Realfonzo, soprannominato il Robin Hood di palazzo San Giacomo dall’ex sindaco Iervolino, aveva dichiarato nell’intervista incriminata: «Al sindaco è mancata la volontà di aggredire i problemi di fondo della città, a cominciare dal risanamento del bilancio comunale. Per privilegiare una politica attenta agli eventi, all'America's Cup, alle passerelle, alla volontà di ottenere subito dei risultati sul piano mediatico».
Possiamo con certezza affermare, senza rischiare di andare incontro ad esposti di alcun tipo, che la promessa "condotta antiquerela" di Luigi De Magistris è stata disattesa. La querela, definita strumento fascista dello stesso Sindaco è stata tutt’altro che abbandonata. Possiamo però, sicuramente, essere d’accordo con il primo cittadino napoletano quando, ancora in campagna elettorale, affermava: “Le idee, anche quelle dure ma circostanziate, siano smentite da altre idee dure di risposta. La dialettica farà bene a questa città”.
Può andar bene, la querela, come difesa da affermazioni realmente diffamatorie ma che non diventi uno strumento di terrore, utilizzato come freno alla libera espressione dei cittadini.