La soddisfazione di Berlusconi: quando l’argento vale molto più dell’oro
par FedeS
venerdì 1 marzo 2013
In campagna elettorale tutto è pianificato nei minimi dettagli. Una persona in particolare ha sempre dimostrato di saperci fare più degli altri ed è arrivato secondo. Fatalità?
Fine dell'opera: le elezioni farsa son terminate, tutto come da copione.
Indipendentemente dal colore politico o apolitico, mi permetto di fare una considerazione sulla maschera più dibattuta della sceneggiata: Berlusconi.
È risaputo che non faccia niente per niente, ogni frase è calcolata e calibrata.
Dall'acquisto del Balotelli-elimina-Germania di quest'inverno all'infelice (ma, ripeto, calcolata) uscita su Mussolini: un uomo che, a suo dire, ha fatto tutto bene finché non ha dovuto sottostare al volere tedesco. Analogie che si sprecano.
Dire tutto e il contrario di tutto affinché chi ascolta possa prendere per buono ciò che più gli fa comodo, promettere fanta-accordi con banche svizzere al punto da esser disposto a dissanguare il proprio patrimonio.
E tutto per un secondo posto? La risposta, a mio avviso, è si.
Il mondo, a novembre 2011, ha deciso che Berlusconi non doveva più essere Presidente del Consiglio per motivi abbastanza evidenti, con prontezza e responsabilità arrivano le sue dimissioni, i mercati si quietano e l'Italia ritorna credibile agli occhi di tutti.
L'eventuale ritorno di Silvio in prima posizione sarebbe stato disastroso: la sfiducia e la disapprovazione globale avrebbero travolto il paese al punto tale da rimostrare la porta a Berlusconi o costringerlo a chiedere aiuto al Fondo salva-stati.
Dimettersi o “sottomettersi”: non esattamente una festa per il primo posto democraticamente guadagnato.
Berlusconi, quest'anno, non ha voluto vincere: con un tranquillo secondo posto può giocare al supereoe o starsene sereno, magari rinviando eventuali procedimenti penali.
In cuor suo starà ringraziando Fare per Fermare il Declino, perché quello zerovirgola di differenza dal PD, ieri, l'ha fatto sudar freddo.