Quando l’Interesse Nazionale presenta il conto

par Rocco Di Rella
lunedì 29 ottobre 2018

La vicenda del gasdotto transadriatico è arrivata ad un punto di svolta. Il sedicente Governo del Cambiamento, non cambiando le decisioni dei governi che l'hanno preceduto, ha riconosciuto la legittimità e la necessità dei lavori di realizzazione del gasdotto che porterà il gas azero nelle nostre case. 

La minore dipendenza dal gas russo, i minori costi del gas azero, la connessa possibilità di chiudere qualche inquinante centrale a carbone e il limitatissimo impatto ambientale della costruzione del gasdotto sono le ragioni che avevano spinto i governi precedenti ad autorizzare la posa dei tubi del gasdotto transadriatico. Qualcuno, però, ha finto che l'Interesse Nazionale non fosse alla base della decisione di far arrivare in Italia il gas dall'Azerbaigian. Pur di raccattare poche migliaia di voti, si è fatto credere che il sindaco di Melendugno fosse il responsabile della politica energetica italiana. Dopo anni di polemiche chiassose e sguaiate, il Movimento 5 Stelle ha finalmente capito che il sindaco di Melendugno non è il titolare della politica energetica nazionale, che viene invece stabilita dal Governo e dal Parlamento italiani!

Discorso analogo per la politica migratoria. Tra il 2014 e il 2016, l'Italia ha rinunciato alla gestione dei flussi migratori. Se ne sono occupati Laura Boldrini, ex dipendente dell'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati, Monsignor Galantino, rappresentante di uno Stato straniero quale è la Città del Vaticano, e le Organizzazioni Non Governative finanziate e composte da non italiani. Nessuno ha difeso l'interesse degli italiani ad avere dei flussi migratori controllati e quantitativamente assorbibili. Nel triennio 2014-16, il trio Boldrini-Galantino-ONG ci dispensava, ogni santo giorno, prediche sul “dovere morale” di consentire a chiunque di arrivare in Italia. Dell'interesse degli italiani ha iniziato ad occuparsi, solo nel giugno del 2017, un italiano di Calabria, Marco Minniti, che non prendeva ordini né dall'ONU, né dal Vaticano, né dai filantropi un tanto al chilo che finanziano le ONG. Grazie al democratico calabrese di cui sopra, si sono stipulati accordi e adottati provvedimenti che hanno fatto crollare il numero di sedicenti profughi sbarcati in Italia; erano stati più di 180.000 nel 2016; saranno meno di 30.000 nel 2018. La tutela dell'interesse nazionale è stata completata da Matteo Salvini, che, al netto degli inaccettabili sequestri delle navi della Marina Italiana, ha l'indiscutibile merito di aver vietato l'approdo in Italia delle navi delle restanti ONG.

L'Interesse Nazionale sta per presentare il conto anche sulla cosiddetta autonomia di Veneto e Lombardia. Contando sull'occupazione leghista del ministero degli Affari Regionali (affidato alla figlia di un caporione vicentino della Lega), le due predette regioni si sono spinte a chiedere la regionalizzazione della Pubblica Istruzione. E' evidente, anche se non dichiarato, l'obiettivo dei venetisti di disporre di docenti ai quali far insegnare il dialetto veneto nelle scuole della Repubblica italiana.

E' una rivendicazione irricevibile! Va respinta anche a costo di ricorrere agli stessi metodi usati un anno fa dalla polizia spagnola contro i velleitari secessionisti catalani. Se continua così, il signor Zaia può tranquillamente fare la fine di Oriol Junqueras, il capo secessionista catalano incarcerato dalle autorità spagnole. Dopo decenni d'insulti razzistici, non si può e non si deve dare gratis a certi esaltati strapaesani ciò che i popoli degni di questo nome hanno conquistato con la lotta, col sacrificio e col sangue dei loro martiri. In tanti, in troppi hanno sottovalutato la natura eversiva di questi movimenti pseudoautonomistici. E' prossimo il momento in cui si capirà che vogliono solo riportare in vita la Repubblica di Venezia.

Ieri l'Interesse Nazionale ha presentato il suo conto alla Sinistra sulla gestione dei flussi migratori dall'Africa. Oggi lo presenta ai pentastellati sul gasdotto transadriatico. Domani lo presenterà alla Lega sull'equivoca richiesta di autonomia del Veneto.


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