Quando ero "grillino" io...

par ggv84
giovedì 15 maggio 2014

Quando ero grillino io, si era deciso di mettere il programma nei volantini al posto delle facce dei candidati, perché era quello che ci distingueva dai partiti. Ora invece nei volantini del Movimento 5 Stelle ci sono solo le facce e l'unica cosa che li distingue dagli altri partiti è il colore giallo.

Quando ero grillino io si prendevano tutte le decisioni in maniera democratica per alzata di mano. Dopodiché, è prevalsa l'idea che “troppa democrazia fa male” e quindi chi non è d'accordo va fuori.

Quando ero grillino io si sottolineava che non eravamo come gli altri partiti, eravamo contro le tessere. Ora invece se non sei iscritto non conti nulla. Praticamente l'unica differenza con gli altri partiti è che la tessera è virtuale.

Quando ero grillino io si diceva che dovevamo far prevalere il programma, le idee, non essere distruttivi. Ora invece la gente vota il Movimento perché toglie voti ai partiti, pur non condividendo il programma.

Quando ero grillino io, qui in Sicilia, l'antimafia era uno dei principi cardine, come il ricordo delle vittime. Ora invece Grillo viene in Sicilia per dire che la mafia fa meno morti di Equitalia.

Quando ero grillino io, il lato umano era fondamentale. Ora invece si discriminano gli immigrati per ottenere consenso, anche quando i grillini non sono d'accordo.

Quando ero grillino io, dovevamo dire ciò che gli altri non dicevano o per paura o per interesse personale. Ora invece si ha paura persino a pubblicare un comunicato stampa... sulle buche stradali!

Quando ero grillino io, gli inciuci con partiti e pregiuticati o indagati era vietato. Ora invece Grillo si schiera con Vendola (indagato), i grillini milanesi con Pisapia e i grillini di Grottaferrata col PDL.

Quando ero grillino io dovevamo stare attentissimi a ogni virgola che si scriveva sul blog per paura di denunce e non bisognava essere provocatori. Ora invece i parlamentari 5 stelle occupano la Camera e interrompono le sedute come fosse un liceo.

Quando ero grillino io, il fatto che ci fosse un astensionismo crescente veniva visto come un segnale positivo, che avrebbe aperto la strada al successo del Movimento 5 Stelle, perché tutti gli astensionisti avrebbero votato per noi. Ora invece, nonostante il Movimento cresca, continua a crescere anche l'astensionismo. Ma di questo, né Grillo né i suoi ne parlano più...

Quando ero grillino io, i candidati venivano scelti in base all'impegno. Ora invece, quando non bastano, si cercano tramite sms e messaggi su Facebook.

Quando ero grillino io, il blog di Beppe Grillo era uno dei principali siti di controinformazione e si parlava di ciò di cui nessuno parlava. Ora invece, che Grillo ha tutta l'attenzione dei media, nessuna denuncia: il blog è diventato un organo d'informazione di un partito. Un po' come l'Unità del Pd o il Tg4 di Forza Italia. Non si parla più di P2, olio di colza, trattativa stato-mafia, raccolta differenziata, ecc. ecc. Si parla solo tramite comunicati politici.

Quando ero grillino io, Beppe Grillo denunciava gli investimenti Goldman-Sachs su Facebook per ogni profilo. Peccato solo che sia Beppe che i grillini abbiano migliaia di profili su Facebook (più di uno a persona). Se ogni profilo sono 100 dollari a Goldman-Sachs, calcolate un po' quando abbiano fatto guadagnare all'agenzia che ha provocato la grande crisi mondiale. La stessa che vorrebbero contrastare...

Quando ero grillino io, non ci si candidava alle province perchè eravamo contrari. Ma eravamo contrari anche alle regioni e al Porcellum. Ora invece il Movimento ha i suoi parlamentari grazie al Porcellum e i consiglieri grazie alle regioni.

Quando ero grillino io criticavamo Antonio Di Pietro per gli errori commessi nell'aver scelto i vari Razzi, Scilipoti, De Gregorio, ovvero politici che per interesse hanno cambiato partito o che si sono sporcati con reati. Ora invece i “cambia-bandiera” ci sono anche nel Movimento 5 Stelle, ma Grillo più che insultarli non può far nulla...

Insomma, da ex grillino dico che la graduale trasformazione del Movimento a Partito 5 Stelle (perché di fatto questo è avvenuto), ha lasciato me e molti altri con l'amaro in bocca. L'amarezza di aver visto svendere un progetto interessante (di cui tutto sommato non rimpiango nulla, visto che da quell'esperienza ho imparato molto e ho conosciuto tante brave persone), qualitativamente naufragato nel nome del consenso popolare. Già, il consenso. Forse pensando a questo particolare è vero che “troppa democrazia fa male”. E' nel nome del consenso che il Movimento si è “partitizzato” sotto quasi tutti i punti di vista. Peccato solo che quando la metamorfosi sarà completata, a Grillo e ai grillini poco importerà finché numeri e sondaggi comanderanno.

Con tutto il rispetto, ma se la filosofia del Movimento è "votate per noi, così non eleggete gli altri"... così sono bravo pure io!

 

Intendiamoci: la democrazia non è nemica della qualità, è la qualità che è nemica della democrazia.
Mettiamo come paradosso che un politico sia un uomo di qualità. Mettiamo anche che si voglia mantenere a livelli alti. Quanti lo potranno seguire? Pochi. Pochi, ma buoni. Eeh no, in democrazia ci vogliono i numeri, e che numeri! Bisogna allargare il consenso, bisogna scendere alla portata di tutti, bisogna adeguarsi! E un’adeguatina oggi e un’adeguatina domani... e l’uomo di qualità ci prende gusto e… tac! Un’abbassatina! Poi c’è un altro che si abbassa più di lui e… tac tac! Un’altra abbassatina. Ogni giorno si abbassa di cinque centimetri.

E così, quando saremo tutti scemi allo stesso modo, la democrazia sarà perfetta!”

Giorgio Gaber

 

Foto: Flickr


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