Quando Grillo perde la scena

par Voltaire
giovedì 6 dicembre 2012

Non è andato giù a Beppe Grillo il successo delle primarie, che hanno incoronato come leader Pierluigi Bersani. Da quando folle di militanti hanno invaso i gazebo del centrosinistra, attirandosi i riflettori dei media, e stoppando per un po’ la retorica stantìa dell’antipolitica, il comico genovese ha intensificato i suoi strali contro: il Capo dello Stato, il Governo e soprattutto contro il Partito democratico ed il suo segretario, “reo” di essersi fatto votare da milioni di elettori e di aver condotto una campagna seria e senza insulti. Innanzitutto bisognerebbe spiegare a Beppe Grillo che la democrazia non inizia e finisce con il Movimento 5 stelle e la Casaleggio associati, ma va ben oltre. Non può essere lui a dare patenti di legittimità democratica a se stesso e a tutti gli altri.

Il “Nuotatore dello stretto” dovrebbe comprendere che per avere una democrazia bisogna che ci siano almeno due forze politiche che si contendono il governo, delegittimando i vari Gargamella, Rigor Montis e l’Ebetino di Firenze, etc. etc, il guru del M5s delegittima anche se stesso, perché non ci sarà mai un Italia totalmente grillina come un tempo fu quasi totalmente fascista. I milioni di persone che hanno messo una crocetta su Bersani o Renzi sono una garanzia di pluralità di idee e di vitalità della buona politica. Tutti dovrebbero apprezzarne il valore al di là delle posizioni politiche ed ideologiche, sminuire il significato come ha fatto Grillo sul proprio blog, è segno di nervosismo.

Il boom delle primarie delle cariatidi (sempre vive) della sinistra hanno ingenerato un forte rodimento in molte parti anatomiche di Grillo e del suo stratega Casaleggio, che oltre ad amplificare la virulenza degli attacchi contro le istituzioni democratiche (in primis il Presidente della Repubblica, colpevole di aver voluto preservare le prerogative del proprio ruolo) coltivano la riserva indiana del proprio 15% come se fosse il 51%.

Una cosa è certa gli unici a saper organizzare le primarie conferendogli serietà sono quelli del centrosinistra (nonostante i limiti ed i bizantinismi che sono stati registrati). Le consultazioni della destra sono un miraggio che molto probabilmente resterà tale. Alfano ripete come un mantra che si celebreranno ma non conoscere ancora né quando né come. Mentre quelle di Grillo rimangono nella freddezza del computer una via di mezzo tra il televoto del Grande Fratello e la finale di X Factor.

P.s. Grillo si vanta del fatto che nelle sue “Parlamentarie” nessuno sborsa un euro. Peccato però che se vogliamo abolire il finanziamento pubblico ai partiti, l’unico modo trasparente e democratico per reperire fondi è l’autotassazione dei propri militanti, tutto il resto è demagogia allo stadio puro.

Meglio pagare due euro e trovarsi Gargamella presidente del Consiglio che non pagare nulla per vedere ciò che di buono rimane in Italia smantellato dal rodimento di Grillo.


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