Quando Calenda e Renzi erano "pacifinti" e "putiniani"
par Emanuele Maggio
mercoledì 14 maggio 2025
Se guardate con attenzione questa foto della piazza del 5 aprile, potete notare che Conte non è l’unico politico presente. Ci sono Renzi, Meloni, Calenda, Mattarella, Letta.
D'accordo, è un fotomontaggio (fatto male). Ma è questo che tutti loro dicevano fino a ieri: no al riarmo, trattativa diplomatica, pace commerciale con la Russia.
Immaginate di essere nel gennaio 2022, prima dell'invasione ucraina. La Russia ha già bombardato la Georgia, è intervenuta militarmente in Kazakistan, ha occupato la Crimea, ha ottenuto dall'Armenia a un trattato iniquo, ha compiuto massacri in Cecenia e in Ossezia; Putin ha già assassinato la Politkovsaja, Litvinenko, Trofimov, Nemstov.
E immaginate una classe politica che di fronte a tutto questo si rifiuta di inviare armi ai Paesi aggrediti, si rifiuta di interrompere i rapporti economici e diplomatici con la Russia, si rifiuta di lanciarsi in una escalation militare contro l'alleato russo.
Sentite cosa dicevano i nostri affezionatissimi:
"I nostri accordi con la Russia sono storici, significativi e importanti. L'obiettivo è accrescerli" (Enrico Letta);
"Le sanzioni alla Russia creano problemi sia a noi, sia alla Russia. L'Ucraina deve rispettare gli accordi di Minsk e dare un'autonomia speciale ai russofoni" (Matteo Renzi dopo la Crimea);
"La Russia è un partner energetico fondamentale per l'Italia. Putin è affidabile" (Carlo Calenda, mentre da ministro siglava l'ennesimo accordo tra Enel e Gazprom);
"Il leader russo è accusato perché difende l'interesse nazionale, ma rappresenta i veri valori europei" (Giorgia Meloni)
"L'Italia non ha retropensieri sulla Russia, ma un rapporto basato su fiducia e rispetto reciproci" (Sergio Mattarella, prima di insignire con la croce al merito il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov).
Quanta cordialità, quanto pacifismo. Eppure c'erano già "aggressori e aggrediti", c'era già la "feroce" dittatura di Putin, c'era già il rinnovato imperialismo militare russo. E sentite i nostri politici come parlavano. Robe che nemmeno Travaglio e Orsini. Oggi la propaganda direbbe che Mattarella, Calenda &co erano putiniani, pacifinti, vigliacchi. Lo direbbero loro stessi di se stessi.
Come mai dicevano queste cose? E i poveri georgiani? E i poveri armeni e moldavi? Li lasciamo cinicamente in balia del cattivo Putin? E la democrazia non la difendiamo?
Dicevano queste cose perché, a differenza dei parvenu della guerra, dei pariolini dell'intelletto, dei corrierini della politica, dei gramellini della penisola, capivano perfettamente gli equilibri della politica internazionale, perché ci erano dentro, mentre ricoprivano incarichi di ministri e presidenti.
Sapevano perfettamente che Russia e Stati Uniti, da grandi potenze, hanno una loro sfera di influenza, un loro cordone di stati satelliti. Sapevano che i russi pretendono un loro spazio cuscinetto in Eurasia, e che ucraini, bielorussi, moldavi, georgiani hanno sovranità limitata (come noi italiani da 80 anni), e che NON POSSONO essere liberi e indipendenti (come non possiamo noi italiani).
Sapevano che Europa e Russia si spartivano il grande continente eurasiatico in una sinergia economica fondamentale, dove ognuno rispettava lo spazio dell'altro in equilibrio pacifico e profittevole, e dove la materia prima energetica russa incontrava la conversione industriale europea.
Sapevano che i russi utilizzano contro i loro satelliti la guerra ibrida, l'influenza diplomatica, la minaccia commerciale, il regime change. E che se noi occidentali entriamo in quei paesi a disturbare l'azione russa, con la nostra guerra ibrida e le nostre rivoluzioni colorate, costringiamo i russi all'intervento militare per blindare il controllo di quei Paesi.
Perché è qui che inizia il sabotaggio anglo-americano dell'equilibrio euro-russo. Qualcuno potrebbe pensare che Mattarella &co abbiano cambiato atteggiamento dopo che la Russia PER PRIMA ha violato quell'equilibrio, invadendo l'Ucraina nel febbraio 2022.
Ma il reciproco rispetto delle zone di influenza è stato violato nel momento in cui gli Usa hanno esteso i loro tentacoli nella zona di pertinenza russa, finanziando candidati filo-occidentali, mobilitando propaganda e piazze, persino oltre i confini della già provocatoria estensione della Nato.
In questo modo gli Usa prima hanno costretto i russi all'uso della violenza nel proprio "cortile di casa", e poi hanno usato quella violenza russa come pretesto per interrompere il legame di prosperità euro-russo, soprattutto per punire l'export e la competitività europea trainata dalla Germania (di cui i dazi sono solo il colpo di grazia che chiude un lungo processo).
No, non è stata l'invasione dell'Ucraina a cambiare l'atteggiamento dei nostri politici. La Russia non ha invaso la Polonia. Ha invaso l'Ucraina, che GIÀ era sua, che gli era già riconosciuta come suo satellite, prima del golpe americano di Maidan. Invadendo l'Ucraina, la Russia non si è mossa di un millimetro. Non ha sforato, non ha avanzato oltre la sua sfera di influenza riconosciuta dai partner europei.
A cambiare l'atteggiamento dei nostri politici è stato l'ordine di scuderia Nato, CONTRO gli interessi europei. Tutti i politici della foto, tutti partecipanti a un corteo pacifista durato anni, tutti si sono riposizionati, tranne Conte, che diceva le stesse cose ieri e oggi.
Non è mia intenzione fare buona pubblicità a Conte, e il suo è certamente opportunismo politico. Facile quando sei all'opposizione. Però, per dovere di cronaca, bisogna ricordare che anche quando era al governo Giuseppe Conte un po' di monellerie le ha fatte, firmando la via della seta con la Cina.
Per questo è stato vittima di un ribaltone parlamentare organizzato dai servizi segreti (inchiesta Report dell'anno successivo), che al suo posto hanno messo Draghi, che ha subito stracciato gli accordi con la Cina ed esercitato il golden power contro le infiltrazioni cinesi nel tech (Efort, Lpe, Applied Materials, ChemChina, Mars).
Perché in Italia noi siamo liberi di avere i governi che vogliamo, mica come i poveri Ucraini se li controllasse Putin.