Quale democrazia?

par paolodegregorio
martedì 14 dicembre 2010

Solo le regole, chiare, hanno il potere di prevenire i reati, la corruzione, il mercato dei voti parlamentari.

Questo intero mese preteso dal governo per arrivare al voto di fiducia, con il relativo blocco della attività legislativa, utilizzato per comprare i mercenari della politica, non sarebbe mai esistito se nel regolamento delle Camere ci fosse una regoletta semplice semplice, quella che dovrebbe recitare: chi è stato eletto in una lista non può passare ad un’altra, deve attendere nuove elezioni. Mercato delle vacche sparito!

So che la Costituzione stabilisce che il mandato parlamentare non risponde a schieramenti (art. 67 “Ogni membro del Parlamento rappresenta la nazione ed esercita la sua funzione senza vincolo di mandato”), e quindi è possibile cambiare casacca, ma di fronte allo spettacolo di un premier capitalista in grado di corrompere chiunque pur di restare al potere, si deve pensare ad adeguare la Costituzione ai tempi. Lo spettacolo del Parlamento diventato per un mese mercato delle vacche impone un cambiamento.

 

Un altro “vulnus” alla nostra democrazia, mai sufficientemente attenzionato, è il ruolo del Vaticano, che proprio ieri in una cerimonia ufficiale, con Berlusconi presente (ripresa da tutte le televisioni), per bocca del cardinal Bertone è entrato a gamba tesa nel dibattito politico, sostenendo una incompatibilità dei valori cristiani nella nuova formazione di Fini, bocciando così la costituzione di un terzo polo e facendo un grande regalo al Caimano.

La Chiesa che “non fa politica”, ma si occupa solo di etica e spiritualità, appoggia il bestemmiatore, puttaniere, bugiardo professionale, divorziato,corruttore di minorenni, che ha fatto i soldi con la politica che gentilmente gli ha dato il monopolio TV, solo perché B. gli ha promesso altro denaro per le scuole cattoliche.

 

Anche qui occorre invocare un aggiornamento costituzionale: per impedire questa ingerenza nella politica da parte del Vaticano è indispensabile che uno stato laico non debba avere alcun legame economico con la Chiesa, niente 8 per mille, niente esenzioni ICI, nessuna possibilità di stornare denaro pubblico per opere ecclesiastiche, nessuna convenzione tra attività ospedaliere cattoliche e il servizio sanitario nazionale,

Queste semplici regole avrebbero impedito a B. di trattare con il Vaticano, apparire a 4 giorni da un voto di fiducia nelle grazie della Chiesa, utilizzando i soldi pubblici al fine personale di restare al potere con l’appoggio dei preti.

Dare a Cesare quel che è di Cesare significa separare totalmente la politica dalla religione, ed è indispensabile per la qualità della democrazia, soprattutto quella italiana che viene da 50 anni di governi democristiani.

 

 


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