Quale Italia? L’ennesima vittoria di Fini?

par Giacomo Lagona
lunedì 19 luglio 2010

Sabato su tutti i giornali capeggiava la proposta ai finiani del capogruppo del Partito Democratico alla Camera Dario Franceschini per la legge sulle intercettazioni:

«Nella logica del contenimento del danno, ci siamo detti disponibili a votare gli emendamenti proposti dai finiani al provvedimento. Oggi siamo noi a chiedere a Fini e ai suoi di votare alcuni nostri emendamenti, che coincidono nel merito con posizioni e affermazioni da loro già espressi in diverse occasioni. È chiaro che ci rivolgiamo a Fini non come presidente della Camera ma come leader politico»

Le modifiche al testo di cui parla il capogruppo dei deputati Pd puntano a prorogare la durata delle intercettazioni, ad abolire le sanzioni a carico degli editori, a tornare ai «gravi indizi di reato» come presupposto per l’uso dello strumento e all’autorizzazione da parte del gip invece che del tribunale collegiale, a parificare la disciplina per le intercettazioni per le indagini per associazione non di stampo mafioso a quella per le indagini su mafia e terrorismo. Le proposte di Franceschini sono state sintetizzate in soli sette emendamenti dei 400 finora avanzati dal Partito Democratico, con la speranza di trattare con l’ala finiana del Pdl per cercare di far passare il ddl intercettazioni in modo meno indolore possibile.

Questa proposta sarebbe stata logica se il Pd avesse fatto inserire i propri emendamenti in Commissione Giustizia con la forza politica che il primo partito dell’opposizione dovrebbe avere. Ma dato che il Pd non ha una forza politica tale da dettare le regole del dibattito, in quanto in Commissione Giustizia la voce grossa l’ha fatta quasi esclusivamente la presidente Giulia Buongiorno, è assolutamente normale che i finiani abbiano risposto picche e dato l’ennesimo scappellotto al Pd con le parole di Bocchino:

«Il nostro voto favorevole andrà soltanto agli emendamenti del capogruppo Costa e della presidente Bongiorno. Il nostro lavoro all’interno del Pdl ha come unico obiettivo quello di spingere il partito a varare un buon testo sulle intercettazioni evitando gli abusi e tutelando la legalità. Il nostro obiettivo resta quello di rafforzare il partito facendolo uscire dalle secche in cui si trova e abbiamo la necessaria esperienza politica per non abboccare alle proposte di Franceschini»

Qualsiasi cambiamento avverrà nel testo del ddl sarà un’altra, ennesima, vittoria dei finiani, e porterà inevitabilmente ad un’ulteriore sconfitta politica dei democratici. Con buona pace di Bersani che da New York racconta che questa fase non durerà a lungo perché «Non c’è solo l’Italia di Berlusconi». Ma nemmeno l’Italia del Pd.


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